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Bosco dei Partigiani, la “palla passa” al Comune

Il comitato spontaneo di cittadini consegna un documento in cui sono elencati gli interventi prioritari per risistemare il grande e storico polmone verde

«Non sarà un “non ci sono soldi” a fermarci e ci aspettiamo una risposta al documento che abbiamo consegnato al Comune quale proprietario dell’area verde più antica di Asti».
Si chiude con questa dichiarazione di Cristina Fasolis, portavoce del Comitato spontaneo di cittadini ed associazioni, la prima fase di incontri e proposte per interventi di recupero del Bosco dei Partigiani.
Il documento è quello che è stato presentato al terzo incontro pubblico avvenuto nel piccolo anfiteatro al centro del Bosco delimitato dalle Antiche Mura alla presenza, fra gli altri, del cantautore Giorgio Conte che si era messo a disposizione fin da subito per sostenere le richieste di lavori urgenti che rendessero fruibile tutta l’area.
Quello è un giardino pubblico che, oltre ad essere il più antico di Asti, è patrimonio dei ricordi di numerose generazioni, fin da quando era ancora gestito e sorvegliato da un custode che lo teneva come un giardino.
Un bosco che oggi presenta due distinte serie di problemi: da una parte il recupero ambientale della zona che coinvolge anche la ristrutturazione delle strutture per il gioco e l’intrattenimento (come il campetto da basket); dall’altra la partita storica che riguarda le Antiche Mura, la “culla” dell’attuale città prigioniere di un’edera e di altre erbe infestanti che stanno lentamente ma inesorabilmente sgretolando i mattoni. Il passaggio a ridosso delle mura è stato interdetto proprio perchè “piovono” continuamente mattoni.
La prima a chiedere interventi è stata l’Anpi, in occasione del 25 Aprile poi si sono accodate altre associazioni e semplici cittadini, soprattutto quelli che abitano in zona.
E, se in un primo momento e nei primi incontri, aveva preso forma l’idea di creare un Comitato anche “operativo” di persone che potevano concretamente eseguire i lavori o almeno una parte di essi, in un successivo momento questa via è risultata impraticabile per via delle questioni burocratiche e di sicurezza sul lavoro che sottintende.
Di qui il ruolo di “garanzia” che si sta ritagliando il Comitato che chiede al Comune di eseguire alcuni primi lavori urgenti assicurando di seguirne l’iter.
I lavori chiesti sono, sopra tutti gli altri, quelli alle Antiche Mura.
Poi pulizia delle siepi da parte di ditte competenti guidate da esperti del patrimonio arboreo, ripristino delle staccionate ai bordi delle stradine interne per una maggiore sicurezza, soprattutto agli “anelli” più alti, manutenzione delle piante, ripristino del campetto di basket con canestro e pavimentazione, aggiunta di panchine e cestini per l’immondizia, installazione di intrattenimenti e giostrine per bambini, ricostruzione dei gradini delle due scalinate di accesso da via al Bosco.
Anche se le associazioni e i privati non possono prendere iniziative di fare i lavori, si mettono comunque a disposizione del Comune per dare una mano nella modalità che sarà ritenuta opportuna, legittima e sicura.
E, visto che è già stato risposto dal Comune che le casse pubbliche non possono affrontare questi costi, soprattutto quelli impegnati di restauro delle Antiche Mura, il Comitato allarga il suo appello a imprenditori e industriali che vogliano eventualmente sponsorizzare i finanziamenti.

 

L’assessore spiega perchè non è così facile intervenire

 

Fra i partecipanti all’ultima riunione al Bosco dei Partigiani c’era anche l’assessore Stefania Morra in rappresentanza del Comune.
«Abbiamo ben presente tutti i problemi di quell’area verde e sappiamo che purtroppo non basta l’entusiasmo di qualche volontario a risolvere il problema – dichiara – Il Comune assicura 5 tagli di erba all’anno come tutti gli altri giardini del Comune e quest’anno siamo intervenuti sui platani afflitti dal cosiddetto “cancro colorato” in modo da interrompere il contagio che avrebbe potuto mettere a rischio tutti gli esemplari. E gli specialisti forestali ci hanno sconsigliato di liberare quelli rimasti in piedi dall’edera perché così facendo avremmo provocato delle “ferite” attraverso le quali era più facile diffondere il contagio».

Per quanto riguarda le Antiche Mura «bisogna pensare ad un progetto molto ampio e complesso che prevede un importante esborso che necessita di un finanziamento straordinario».
Confermando che nel Recovery l’unica scheda che riguarda quella zona è il progetto sull’altro tratto di Antiche Mura e la realizzazione della passerella su via Giobert per unire l’intera passeggiata.
L’assessore Morra ha ricordato che è stato rimosso il bidone dell’immondizia dato alle fiamme all’ingresso del Bosco dei Partigiani mentre non è prevista né la chiusura dell’area durante le ore notturne, né l’installazione di videocamere di sorveglianza.
«Ricordo che negli ultimi vent’anni gli operai addetti alle aree verdi del Comune sono passati da 45 a 4».

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