Asti non è diventata Capitale della Cultura, e, a oggi, questa è l’unica cosa certa del panorama culturale cittadino.
Sicuramente un’occasione persa ma, in accordo con le parole dell’assessore, ritengo che questo sia un punto non di arrivo ma di partenza. Un punto di partenza per iniziare però a lavorare davvero per lo sviluppo del sistema culturale cittadino e non per fantasticare su alleanze per future candidature a tempo zero senza lo spirito critico che insegna che dai propri errori bisogna imparare. E per imparare è giusto conoscere come non sta funzionando il Consiglio comunale in ambito culturale, a prescindere da capitali della cultura e altri concorsi, tema che più volte, come gruppo politico, abbiamo sollevato in Consiglio comunale.
Sono in Consiglio da dieci mesi ormai sia come Vicepresidente del Consiglio che come Vicepresidente della Commissione Cultura e sono sgomenta dal fatto che in dieci mesi questa è stata convocata una sola volta. La storia della Commissione V è forse la più sintomatica di quanto la macchina comunale non stia lavorando come dovrebbe. Il primo Presidente, Luigi Giacomini, senza aver mai convocato la Commissione, è diventato assessore in sostituzione di Marcello Coppo, ormai parlamentare, lasciando così il posto vuoto. Aleggiava in Consiglio la possibilità (o meglio la certezza) che il nuovo Presidente della Commissione potesse essere Roberto Venturini, che pochi giorni prima si dilettava con battute sessiste sulle proprie pagine social, cosa a cui ho tentato, almeno per opportunità, di oppormi tramite interpellanze in Consiglio; speravo infatti che dalla maggioranza venissero presi in considerazione i nomi di Marco Scassa e Marco Galvagno, membri della Commissione.
Mentre avveniva ciò, essendo Vicepresidente, attendevo che i miei colleghi si decidessero ad avanzare la richiesta di convocazione con un nome presentabile. Specifico: la Commissione può essere convocata o dal Presidente della Commissione o, almeno, da tre membri della stessa. Passa il tour de force della discussione del bilancio e finalmente, il 7 febbraio, la Commissione viene convocata. Durante la seduta del 7, da me presieduta, è stato eletto Roberto Venturini con 3 voti a favore e 2 contrari, non vengono nel voto presi in considerazioni titoli o doti culturali ma ci si concentra solo sul riscattare o meno la figura del Consigliere cosa, dal mio punto di vista, più che futile per la nostra città.
L’esito è stato esattamente lo stesso su cui discutevamo in Consiglio settimane prima, avremmo quindi potuto ottimizzare i tempi e votare nel momento esatto in cui Giacomini lasciava di fatto il suo posto al compagno di partito, diventato Presidente.
Fatti i complimenti al nuovo Presidente ci siamo salutati in data 7 febbraio con l’accordo di incontrarci con cadenza regolare, addirittura quasi una volta a settimana.
Invece tutto tace per il primo mese a tal punto che l’assessore alla Cultura non si sente nemmeno di condividere con la Commissione le novità quali l’istituzione di un concorso letterario da parte del Comune (con premio in denaro), lo stato dell’arte dei lavori nei musei, la volontà di non partecipare a fondi PNRR per l’abbattimento delle barriere nei siti culturali e neppure come si pensava di procedere per le audizioni a Roma per Capitale alla Cultura. Perciò in data 3 marzo, esattamente un mese fa, ormai disillusa, chiedo, supportata dal collega Miroglio, che venga convocata la Commissione V poter finalmente lavorare con i membri, per informare i cittadini e le cittadine, per avere un confronto costruttivo e, perché no, un dialogo con lo stesso Assessore in caso avesse voluto partecipare.
Il confronto mi viene negato, nonostante messaggi ed e-mail istituzionali indirizzate anche al Presidente del Consiglio, il quale non può far altro che, eventualmente, sollecitare i consiglieri a svolgere il loro lavoro, cosa che a quanto pare è fallita.
Oggi è il 3 aprile, è passato un mese dalla mia ultima richiesta via mail, rimasta senza risposta dal Presidente Venturini per ben due volte, nonostante io in Consiglio abbia ricordato che occorre iniziare davvero a lavorare visto che i musei di Asti non hanno uno statuto e quindi non possono ottenere fondi del PNRR. Descritto l’excursus non resta che riflettere: oggi Asti non è Capitale della Cultura, ma anche se lo fosse la situazione non cambierebbe.
Mi chiedo infatti se davvero abbiamo bisogno di vincere o perdere un concorso nazionale per svolgere il lavoro per cui i cittadini ci hanno eletti. Credo proprio di no. Aspetto quindi con ansia di poter iniziare a lavorare nelle sedi opportune ovvero tra le aule del Consiglio comunale, nella Commissione e negli spazi culturali cittadini che ricordo essere molti e spero di poterlo fare con esperti del settore, perché un conto è dire che l’importante è partecipare, un altro è usare questo motto come scusa per non svolgere il proprio compito istituzionale.
Vittoria Briccarello (Uniti Si Può)