Il Partito Democratico astigiano si appresta a vivere le Primarie che si svolgeranno domenica, dalle 8 alle 20, nei numerosi seggi dislocati sia in città che nel resto della provincia. Il voto
Il Partito Democratico astigiano si appresta a vivere le Primarie che si svolgeranno domenica, dalle 8 alle 20, nei numerosi seggi dislocati sia in città che nel resto della provincia. Il voto rappresenterà per il PD un banco di prova molto importante per capire lo stato di salute del partito dopo il pasticciaccio successo al Congresso provinciale, lannullamento dello stesso e del voto in alcuni circoli della provincia, la polemica sui tesseramenti last minute e tutto quello che ne è conseguito, un fuoco di fila incrociato di accuse reciproche tra renziani, da una parte, cuperliani e civatiani dallaltra. La Commissione nazionale per il congresso aveva deciso di mandare a Torino Gianluca Lioni in qualità di pacificatore tra le parti ma, nonostante siano passate settimane, la questione non è stata risolta anzi, secondo indiscrezioni, sembra che la trattativa dovrà essere condotta soprattutto a livello locale dalla Segreteria regionale di Morgando. In questo clima di sospetti e accuse le Primarie astigiane seguono le regole imposte dal nazionale: potranno votare tutti gli elettori che «dichiarano di riconoscersi nella proposta politica del partito, di sostenerlo alle elezioni e che accettino di essere registrati nellAlbo pubblico delle elettrici e degli elettori».
Il voto sarà consentito a iscritti o non iscritti al PD che abbiano compiuto 16 anni. Gli iscritti al Partito Democratico, muniti di tessera in corso di validità e documento, non dovranno pagare i 2 euro previsti per votare mentre tutti gli altri, con documento e tessera elettorale, saranno obbligati a farlo. Al voto andranno anche gli stranieri e chi si è tesserato in occasione del recente Congresso provinciale: in città saranno allestiti 8 seggi, più uno itinerante per i portatori di infermità fisiche o ricoverati in ospedale. Nel resto della provincia ne saranno allestiti altri 13 (lubicazione di tutti i seggi è disponibile nella sede provinciale del PD, in piazza Statuto, nei circoli e sul sito www.partitodemocraticoasti.it). La voglia di cambiamento nel PD è comunque molto sentita dai militanti.
Lo dimostra la diffusione di un documento, già ribattezzato dei 100, nel quale un centinaio di iscritti, elettori e simpatizzanti, danno le linee guida di quello che dovrà diventare il Partito Democratico «se vuole recuperare credibilità – scrivono – dopo la disastrosa figura fatta con i Congressi di circolo». «Dovrà trovare in fretta il coraggio di scuotersi energicamente dal basso – aggiungono i sottoscrittori – Dovrà recuperare la voglia di essere casa delle idee: un laboratorio dove si progetta il bene comune; dove si trovano le risposte ai problemi di oggi con lungimiranza, guardando ad un domani migliore. Non vogliamo un partito di qualcuno – puntualizzano – con tesseramenti dellultimo minuto fatti senza alcun interesse per il dibattito politico. Una regola sbagliata servita a strumentalizzare anche persone in buona fede. Chiunque pensi di governare il partito con questi sistemi lo distruggerà».
Tra le proposte elencate dai 100 ci sono quelle che riguardano i dirigenti che «non devono avere conflitti di interesse; chi viene eletto nelle istituzioni è un simbolo del partito e deve rendere conto al partito stesso e ai circoli; gli eletti nelle istituzioni e coloro che hanno incarichi remunerati dalla politica devono concorrere al finanziamento del partito rispettando le regole interne circa la contribuzione perché chi non finanzia il partito si pone automaticamente fuori dallo stesso e non può essere candidato alle elezioni». Ora la prossima mossa è tutta nelle mani degli elettori del centrosinistra che domenica si recheranno ai seggi per scegliere chi guiderà il partito tra Renzi, Civati e Cuperlo.
Riccardo Santagati