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Capriglio, isola di pace nel compleanno di Mamma Margherita
Attualità

Capriglio, isola di pace nel compleanno di Mamma Margherita

Dalla professoressa di Chieri che ha lasciato la scuola tradizionale per dedicarsi all’insegnamento dell’italiano ai migranti, al sindaco di Buttigliera che ha accolto una ragazza congolese

Dalla professoressa di Chieri che ha lasciato la scuola tradizionale per dedicarsi all’insegnamento dell’italiano ai migranti, al sindaco di Buttigliera che ha accolto una ragazza congolese che ora è adorata dai suoi figli e da tutta la famiglia; dall’uomo solo di Baldichieri che ha trovato in un ragazzone pakistano l’aiuto ideale per assistere ad un famigliare malato al sindaco di Pino d’Asti che ha accolto in casa un giovane e sua moglie che proprio giovedì ha dato alla luce la piccola Miriam per la quale già si sta mobilitando il piccolo paese; dall’architetto di Capriglio in pensione che si è messo a coltivare peperoni e accogliendo i profughi ha dato loro anche un piccolo lavoro al consigliere di Cortazzone che ringrazia ogni giorno la presenza degli stranieri volontari grazie ai quali ha ripulito il paese che non ha più un cantoniere su cui contare.

Tante testimonianze, tutte belle, tutte condite da tanta commozione raccolta dal vescovo di Asti, monsignor Ravinale, che venerdì scorso ha fatto visita a Casa Margherita, la struttura nata come ostello nei locali della canonica di Capriglio e ormai da quasi tre anni fulcro di una comunità che accoglie profughi richiedenti asilo politico. I Capriglio Boys, per dirla alla Elisabetta Serra, che per conto dell’Associazione Ecomuseo Basso Monferrato gestisce la struttura con uno stile che rasenta la materna protezione. Dall’iniziale nucleo nell’ostello, che aveva accolto cittadini pakistani e bengalesi, ora la comunità si è allargata a tutti i comuni vicini, fino ad arrivare a Dusino (dove il sindaco ha già concesso 17 residenze ai migranti con permesso di soggiorno che fanno anche parte del Gruppo di Protezione Civile) e a Ferrere (anche qui il sindaco ha accolto stranieri a casa sua) con una modalità che più volte è risultata vincente e che ha nell’Astigiano un unicum italiano.

I profughi, appena arrivano dopo l’assegnazione della Prefettura (che a sua volta riceve secondo quote decide dal Governo su base regionale), vengono accolti nelle strutture comunitarie per non sentirsi disorientati e per iniziare il percorso di alfabetizzazione e di integrazione. Mano a mano che gli uomini e le donne si ambientano, imparano ad esprimersi in italiano per le cose basilari, si orientano nelle località, vengono affidati a famiglie per un’integrazione più “spinta” e per lasciare in struttura il posto ai nuovi arrivati. Inutile negare la tanta diffidenza e i tanti muri che sono stati alzati verso questi migranti e verso le cooperative o le associazioni che se ne occupano, ma coloro che invece hanno scelto la via dell’accoglienza, erano tutti lì, venerdì, a testimoniare la gioia e la soddisfazione di averlo fatto. Tutti hanno parlato di una straordinaria esperienza, ringraziando i migranti per aver dato loro la possibilità di aprirsi al mondo e di conoscere da vicino le loro storie e la situazione reale in molti Paesi africani e arabi.

Un ruolo fondamentale lo riveste la scuola che per i richiedenti asilo politico era un sogno proibito nel loro Paese d’origine. Sono felici di imparare a leggere, scrivere e contare nelle sezioni elementari e medie che hanno sede a Capriglio e ancor più felici di imparare un mestiere nelle altre sezioni gestite dal Cpia (scuola per adulti) e dal Cnos-Fap del Colle Don Bosco che ha attivato, ad esempio, corsi per giardinieri e potatori o all’istituto Andriano che ha accolto e “coccolato” l’ormai noto Ali per il quale si sono battuti molti sindaci. In una carrellata di esperienze e di testimonianze, il vescovo di Asti ha avuto in poco più di un’ora, tutta la realtà e l’umanità di quest’avventura in cui la Chiesa ha un ruolo di primo piano. “Qui c’è un concentrato di umanità in un mondo sempre più povero di essa. Capriglio è un’isola di pace. Non c’era modo migliore di celebrare il compleanno di Mamma Margherita”.

Daniela Peira

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