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Casa di riposo: «Nessuna risposta da Amministrazione»
Attualità

Casa di riposo: «Nessuna risposta da Amministrazione»

L’associazione Asti città d’Europa interviene sulle criticità della Casa di Riposo “Città di Asti” dopo il recente Consiglio comunale aperto

Dopo il recente Consiglio comunale aperto, nel quale si è discusso sulle criticità della Casa di Riposo “Città di Asti”, cercando di tracciare la rotta per garantirne un solido futuro, l’associazione “Asti città d’Europa”, presieduta da Loretta Bologna, interviene sul tema e lo fa in maniera molto critica rispetto all’operato dell’attuale amministazione comunale.

Il più grande pensionato del Piemonte, con 310 ospiti circa per una ricaduta lavorativa di 170 unità, è in una situazione finanziaria non facile (il disavanzo gestionale al 31 maggio scorso ammontava a 1.492.000 euro) e occorrono almeno 5 milioni di euro, di cui 2 subito, per iniziare a cantierare i lavori necessari a rimetterla in carreggata.

«L’attuale amministrazione ha semplicemente aperto il Consiglio comunale al dibattito, – commenta Bologna – ma, come sempre, non ha dato risposte risolutive alle problematiche legate alla sua ristrutturazione ed al suo disavanzo, lasciando nel limbo dell’indecisionismo le sorti di dipendenti e ospiti. Alcune città europee come la nostra, sotto questo profilo sono molto più avanti, le loro amministrazioni sono lungimiranti ed intuendo che la popolazione sta invecchiando, e che la durata media della vita si è allungata notevolmente, hanno trasformato questo cambiamento in risorsa».

Bologna pensa a quelle strutture che, grazie ai fondi europei, si sono «convertite e ammodernate, garantendo diverse tipologie di assistenza: da quella domiciliare, a quella di assistenza ai lungodegenti». «Il grado di civiltà di queste realtà è altissimo, – ricorda – perché da un lato chi ha la possibilità economica questi servizi li paga, chi invece è indigente riceve un contributo per pagare interamente o in parte le rette dagli enti preposti, contributi che vengono elargiti seguendo un protocollo di controllo vero». Un’ipotesi lanciata dal sodalizio è aprirsi ai privati, affinché collaborino nel gestire la struttura, ma sotto la supervisione dell’ente pubblico.

«Sicuramente nessuno ha la bacchetta magica, ma la volontà politica di prendere un impegno nei confronti dei suoi cittadini non deve essere disattesa: – conclude la presidente – fare il sindaco non vuol dire fare la telecronaca delle cose che vanno male in un Consiglio comunale aperto, ma vuol dire prendere decisioni e posizioni serie, specialmente nei momenti di difficoltà come questo».

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