«Questa partita va chiusa!». E’ categorico don Luigi Ciotti nell’invitare alla completa realizzazione di Cascina “Graziella Campagna”. «Unire le forze oneste per diventare una forza. Dobbiamo capire che Cascina Graziella non appartiene a qualcuno ma a tutti noi» ha rimarcato il fondatore di Libera nell’incontro di martedì pomeriggio nell’aula consigliare di Moncalvo. La stessa in cui, a distanza di dieci anni dalla prima firma (una seconda avvenne nel 2008), è stato sottoscritto l’ampliato protocollo d’intesa legato al progetto di recupero dell’immobile di frazione Santa Maria
«Questa partita va chiusa!». E’ categorico don Luigi Ciotti nell’invitare alla completa realizzazione di Cascina “Graziella Campagna”. «Unire le forze oneste per diventare una forza. Dobbiamo capire che Cascina Graziella non appartiene a qualcuno ma a tutti noi» ha rimarcato il fondatore di Libera nell’incontro di martedì pomeriggio nell’aula consigliare di Moncalvo. La stessa in cui, a distanza di dieci anni dalla prima firma (una seconda avvenne nel 2008), è stato sottoscritto l’ampliato protocollo d’intesa legato al progetto di recupero dell’immobile di frazione Santa Maria, confiscato al proprietario condannato per reati di mafia e destinato a diventare una comunità di accoglienza per sole donne, vittime di abusi e dipendenze. La prima del genere nel territorio piemontese.
Protocollo aperto, pertanto a breve si aggiungeranno altri soggetti, per prima la Regione Piemonte che la scorsa settimana ha approvato un ordine del giorno che ha visto prima firmataria la consigliere Angela Motta con cui la Giunta si impegna a ritrovare tra le pieghe del bilancio risorse a favore di Cascina Graziella, nell’ambito della legge regionale 4/2016 che sostiene gli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Dunque nuovo entusiasmo, e si auspica soprattutto nuovi denari, per far proseguire i lavori.
(Tutti i particolari sull’edizione de “La Nuova Provincia” in edicola venerdì 8 aprile)
m.s.