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Bottiglie riempite di terra per l’isolamento termico in Senegal
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Bottiglie riempite di terra per l’isolamento termico in Senegal

La creatività e l'ingegno di un canellese a disposizione di un progetto umanitario a favore dei ragazzi del Senegal. Il canellese in questione è l'architetto Alberto Barbero mentre il

La creatività e l'ingegno di un canellese a disposizione di un progetto umanitario a favore dei ragazzi del Senegal. Il canellese in questione è l'architetto Alberto Barbero mentre il progetto, da 3 milioni di euro, consiste nella creazione di un campus scolastico per oltre 780 studenti di un'età compresa tra i 4 e i 18 anni. Barbero ha infatti progettato l'intera struttura scolastica, destinata a sorgere su un terreno situato tra le città di Téne Toubab e Nguèkokh, a circa km 3 da entrambe ed è posta su di una strada principale dalla quale si raggiunge facilmente l'autostrada che attraversa Nguèkokh.

Il progetto, richiesto dall'associazione ACAM Onlus, è ora entrato nella sua fase operativa e punta a realizzare un'area servizi di 20.250 mq che ospiti mille persone, principalmente bambini e ragazzi e i loro insegnanti. «Ho sempre operato nel volontariato ? racconta Barbero parlando del suo coinvolgimento nel progetto internazionale ? così quando sono stato contattato da ACAM ho accettato al volo l'offerta». Particolarità del progetto, l'intento di miscelare gli standard europei con i materiali e le condizioni climatiche locali oltre a introdurre tecniche costruttive all'avanguardia, a costo zero ed assolutamente ecologiche. «In Senegal c'è un problema endemico dovuto alla malaria, all'incapacità di regimentazione delle acque e alla difficoltà nello smaltimento dei rifiuti, in particolare la plastica ? spiega Barbero ? inoltre si fatica a reperire il legno. In fase di progettazione abbiamo dovuto tenere conto di tutti questi fattori».

Barbero, coadiuvato dal suo collaboratore Alessandro Rizzolio e dall'Ing. Armando Tonda di Asti, ha così pensato di realizzare innanzitutto edifici sollevati da terra, per evitare allagamenti nel periodo delle piogge, mentre speciali griglie impediscono l'accesso alle aule di animali e insetti. Il tetto degli edifici è staccato dall'ultima soletta così che la ventilazione sia costante. Il terriccio avanzato dagli scavi è, invece, usato per riempire le bottiglie di plastica, posizionate sull'ultima soletta a scopo di isolante termico. I muri sono invece costruiti con blocchi di terra, cavi all'interno e, dove serve, riempiti di terriccio sempre a scopo isolante.

Interessante anche lo studio operato per la regimentazione delle acque. Un sistema di filtri permette di sfruttare l'acqua piovana per refrigerare i pannelli solari, posti sui tetti di paglia, mentre le acque di risulta del campus sono filtrate e convogliate in un sistema di fito-depurazione per l'irrigazione dei campi. «Questo progetto non è innovativo solo da un punto di vista tecnico, ma anche delle idee. Un'area del campus sarà infatti destinata alla creazione di micro aziende artigianali così che i ragazzi, una volta completato il ciclo di studi, siano immessi immediatamente nel mercato del lavoro» conclude Barbero.

Un bel progetto di solidarietà, autofinanziato dalle iniziative messe in campo da ACAM Onlus e da finanziatori privati che, si spera, possa dare un futuro migliore ai ragazzi di questo affascinante paese africano.

Lucia Pignari

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