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Centrale sul Tanaro, il Comune contro la Provincia
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Centrale sul Tanaro, il Comune contro la Provincia

Continua a far discutere il progetto della centrale idroelettrica sul Tanaro presentato dalla Valp.el e scelto dalla Provincia tra i tre presentati. Il no alla proposta da parte del Comune è arrivato

Continua a far discutere il progetto della centrale idroelettrica sul Tanaro presentato dalla Valp.el e scelto dalla Provincia tra i tre presentati.
Il no alla proposta da parte del Comune è arrivato mercoledì nel corso di un incontro con il comitato dei cittadini contrari all’iniziativa. L’assessore all’ambiente Alberto Pasta ha spiegato chiaramente le perplessità che ancora persistono sul progetto Valp.el.

«In particolare – ha spiegato Pasta – ci preoccupano le interferenze tra la foce del Borbore e i tre scolmatori esistenti. Il progetto così come ci è stato presentato, infatti, non garantisce che il pelo dell’acqua non superi in altezza gli scolmatori. Ci sono poi questioni non risolte che riguardano la costruzione del gommone che crea problemi al depuratore della città. Poiché alla nostra richiesta di riaprire la conferenza dei servizi, per verificare tutti i dubbi e fare una valutazione chiara e precisa anche di quale possa essere effettivamente il rigurgito dell’acqua causato dall’impianto, la Provincia ha risposto di no, il Comune si rifiuta di avallare il progetto senza la certezza di agire preservando la sicurezza del fiume e della nostra popolazione. Non solo, se la Provincia non farà marcia indietro – ha concluso l’assessore – il Comune impugnerà davanti al tribunale superiore delle acque pubbliche l’eventuale documento di autorizzazione unica».

Intanto il Comune ha incaricato un professionista di effettuare tutti i rilievi e le verifiche necessarie. A rincarare la dose Luciano Montanella, portavoce dei cittadini contrari al progetto, che mostra una mappa: «Quella utilizzata per elaborare il progetto, che peccato rappresenti la situazione di ben 10 anni fa. Nel frattempo – ha aggiunto – il Borbore si immette in un altro punto e l’insediamento urbano si è profondamente modificato, non ci sono più in zona solo alcune case, ma palazzi. Le risposte fornite dalla Provincia – ha spiegato Montanella – non solo non sono convincenti, ma addirittura, in certi casi, non corrispondono alla realtà. A proposito del rigurgito del “gommone” nel progetto Valp.el si parla prima di 1800 metri, livello già pericoloso perché supera l’attuale confluenza del Bormida con Tanaro, poi, senza alcun rilievo, si arriva a 1300 metri. In realtà, il pericolo è che questo rigurgito superi i 1800 metri. Scandalosa è la banalizzazione del problema fognario: dalla Provincia ci hanno risposto che dal depuratore esce acqua da bere! L’acqua che esce dal depuratore contiene anche batteri patogeni, non si può scherzare su aspetti così delicati».

Montanella legge poi le indicazioni regionali in base alle quali il sito non è propriamente indicato al progetto, a partire dalla vicinanza con il sito comunitario di Belangero, «di cui la Provincia nega la possibile interferenza, o la presenza di scarichi significativi, giudicati dall’Ente non vincolanti».
A tutto ciò si aggiunte il parere di Aipo che giudica un altro progetto presentato come più idoneo per la zona. Una battaglia, quella di Comune e cittadini, destinata a proseguire in difesa della sicurezza e della salute della popolazione astigiana e del fiume.

Cristina Capra

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