L’obbligo del green pass è importante anche per evitare il rischio di un nuovo lockdown che alla filiera agroalimentare Made in Italy è costato 30 miliardi nel 2020 con un effetto valanga sulla produzione agricola e sull’occupazione.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini (nella foto) in riferimento all’ultimo decreto anti-Covid approvato in Consiglio dei Ministri nel sottolineare l’importanza di garantire una flessibilità per evitare l’interruzione della catena di approvvigionamento alimentare, con l’ipotesi di poter sostituire con contratti a termine il lavoratore senza certificato verde nelle aziende con meno di 15 dipendenti.
Coldiretti ha stimato che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali, costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili.
“La ristorazione è stata tra i settori più colpiti dalla pandemia – ricordano Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti e Diego Furia Direttore Coldiretti Asti – con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno perso complessivamente il 48% del fatturato che non è stato compensato dall’aumento dei consumi casalinghi, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Ismea”.
“Dalla carne, ai salumi, dal vino ai formaggi: sono diversi i prodotti alimentari piemontesi di eccellente qualità che trovavano sbocco principalmente nella ristorazione di alto livello e che hanno subito una grave crisi con la chiusura della ristorazione – concludono Reggio e Furia -. Dopo l’estate che ha visto, grazie anche al Green pass, la ripresa del turismo italiano e straniero anche nella provincia di Asti, è fondamentale ora evitare nuovamente il blocco della filiera alimentare”.