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Depopolamento cinghiali

Coldiretti: peste suina africana, attuare subito le azioni di contenimento

Dopo un mese dall’approvazione dell’ordinanza gli interventi non sono ancora stati messi in atto

Risale a ormai un mese fa, l’ordinanza regionale firmata dal presidente Alberto Cirio per il depopolamento dei cinghiali con le misure straordinarie per contrastare il dilagare della Peste suina africana in Piemonte, ma ad oggi resta completamente inattuata, soprattutto nell’area indenne. E’ quanto denuncia Coldiretti nel ricordare che l’obiettivo è di arrivare ad abbattere almeno 50 mila cinghiali.

“Alla mancanza di alcune azioni propedeutiche alla funzionalità dell’ordinanza, si aggiungono posizioni inaccettabili da parte di diversi istituti venatori oltre a resistenze inspiegabili da parte di alcune Amministrazioni provinciali che stanno di fatto bloccando l’operatività. E’ necessario, quindi, che gli Enti che, a diverso titolo hanno un ruolo attivo nell’attuazione dell’ordinanza, si assumano le proprie responsabilità e forniscano indicazioni precise rispetto alle procedure e alle modalità da adottare”, fa notare Coldiretti Piemonte nell’inviare agli assessori regionali competenti una specifica lettera con una serie di contenuti indispensabili da realizzare con urgenza, così da dare effettivo avvio alle azioni di depopolamento, superando gli ostacoli, di diverso tipo, che si sono venuti a creare.

“Le nostre imprese, soprattutto in zona infetta e buffer, stanno subendo gli effetti delle pesanti limitazioni per cui è necessario che, quanto prima, vengano individuate le adeguate risorse regionali e nazionali per ristorarle, attraverso procedure che consentano di quantificare i danni economici e le perdite derivanti dalla riduzione dell’operatività” – sottolinea Marco Reggio presidente Coldiretti Asti.

“In quest’ottica – conclude Diego Furia direttore Coldiretti Asti – vanno rivisti gli impegni che le imprese devono soddisfare rispetto alle norme della Pac e del PSR per evitare sanzioni, penalità o riduzioni che andrebbero, ulteriormente, ad impattare su una situazione già difficile generata dalla Peste Suina e dagli sconvolgimenti del mercato con la guerra ucraina”.

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