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Autostrada in Piemonte
Attualità

Con il 2019 aumentano le tariffe autostradali? Uncem: “Bisogna bloccarli”

Il Ministero dei Trasporti non ha ancora definito il quadro complessivo anche se non sembrano esserci possibilità di evitarli

In arrivo aumenti autostradali anche per il 2019?

Il 2019 è ormai iniziato e come accade ogni volta il nuovo anno porta con sé anche i rincari autostradali su tutta la rete nazionale. Il Ministero dei Trasporti non ha ancora definito il quadro complessivo anche se non sembrano esserci possibilità di evitarli. In effetti le cifre non sono ancora state decise, ci sono voci che corrono per tutto il paese, ma nulla di ufficiale. Comunque automobilisti mettetevi pure l’animo in pace: anche per il 2019 sono previsti rincari. A darne notizia il Fatto Quotidiano, che ha preso visione della relazione trasmessa dal ministero dei Trasporti al Tesoro per gli “aumenti delle tariffe di pedaggio autostradali per l’anno 2019”.

Uncem: “dobbiamo bloccare questi aumenti”

L’Uncem interviene con forza e manifesta la necessità di bloccare questi rincari autostradali. “Un terzo di queste vie di comunicazione attraversa Alpi e Appennini – hanno affermato dall’Uncem – Solo in Piemonte, sono già scadute diverse concessioni, compresa quella della tangenziale di Torino. Nella nuova gara, i territori devono avere un ruolo. Vanno individuati precisi ristorni e investimenti locali”.

Scritto ai Concessionari

Ovviamente la stessa associazione ha scritto a tutti i Concessionari e al Ministero dei Trasporti chiedendo di bloccare gli aumenti. “Deve essere previsto che una parte del canone incassato dallo Stato torni sui territori – hanno continuato dall’Uncem – ad esempio per finanziare il fondo nazionale montagna. Lo prevedeva un emendamento alla legge di bilancio non accolto”.

I criteri degli aumenti

In ogni caso i criteri con i quali sarebbero stati decisi gli aumenti sono tre: un “indicatore di qualità”, la spesa per investimenti realizzata l’anno precedente, ponderata in modi diversi a seconda del regime tariffario e infine l’inflazione programmata (1,29 per cento) e quella relativa all’Istat (0,90%).

Per il momento godiamoci questo ultimo giorno dell’anno e poi da domani staremo a vedere cosa capiterà.

 

 

 

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