L’esaurimento delle prenotazioni in pochissimi giorni, è la dimostrazione della potenzialità della linea a scopo turistico, anche se l’obiettivo del Co.Mi.S. e del circolo In Collina permane la riattivazione del trasporto passeggeri, che difficilmente potrà avvenire già il prossimo anno: secondo un recente studio dell’Agenzia della mobilità piemontese la riapertura ordinaria della Asti-Chivasso, comporrebbe un costo stimabile in un milione l’anno.
Non appena sarà completato il ripristino della tratta da Montiglio ad Asti, dove restano ancora da automatizzare i passaggi a livello, potrebbero essere organizzati treni storici in occasione degli eventi che si svolgono nel capoluogo provinciale, come le Sagre, il Palio e il mercatino di Natale. Certamente da riproporre il prossimo anno i convogli in occasione delle fiere nazionali del tartufo di Montiglio e Murisengo, a cui potrebbe aggiungersi Montechiaro d’Asti. Altri treni potrebbero essere organizzati per visite turistiche del territorio, con soste ad esempio al sito archeologico di Industria a Monteu da Po, a Cavagnolo per visitare l’abbazia di Santa Fede, a Cocconato per una degustazione alle cantine Bava (ubicate vicino alla stazione) a Montiglio per scoprire le meridiane, il castello e la pieve di San Lorenzo.
Resta il non trascurabile problema dei costi di questi treni storici, stimato dalla Fondazione FS in circa 22 mila euro per ogni viaggio. Considerata la capienza delle carrozze di 300 posti, il biglietto dovrebbe avere un costo improponibile di 73 euro, per cui è indispensabile che una parte significativa della spesa sia sostenuta da sponsor pubblici o privati al fine di poter contenere il prezzo per i viaggiatori attorno ai 20 euro. Intanto un altro treno con locomotiva a vapore è in programma domenica 4 dicembre da Torino ad Alba, via Asti e Castagnole Lanze.
Nella foto, il treno storico della Fondazione FS alla stazione di Montiglio Murisengo.