Cerca
Close this search box.
canelli Enoturisti
Attualità

Coronavirus, dalle terre Unesco lettera rassicurante ai clienti che disdicono gli alberghi

La cascata di ritiri di prenotazioni a causa della psicosi da coronavirus si è fermata. Ora contatti ad personam per riconquistare fiducia

Prenotazioni ritirate

«Tra martedì e mercoledì scorso sono arrivate le prime disdette. Mi sono detta: comincia il tracollo! Invece la frana si è interrotta. Speriamo tenga». Usa una similitudine tutta monferrina Patrizia Brambilla, titolare del Relais Villa del Borgo, dimora di charme lungo la Sternia in uno degli scorci più affascinanti di Canelli, per descrivere il momento difficile del turismo al tempo del Covid-19.
L’esplosione dell’epidemia in Italia, soprattutto al Nord, è stata un terremoto in campo turistico. A impressionare i clienti, soprattutto stranieri, sono le notizie veicolate da media e tivù sull’espandersi del coronavirus. «Un allarmismo che rischia di affossare un lavoro di anni» dice l’albergatrice.

Patrizia Brambilla

Che cosa sta accadendo?
I tour operator con cui lavoro, per la maggioranza danesi, olandesi, statunitensi, svizzeri e tedeschi, mi hanno contattato allarmati per sapere che cosa stava succedendo. Anzi, sulla mia mail privata ho ricevuto richieste di informazioni da clienti che mi chiedevano com’era il mio stato di salute! Ci hanno percepito come un luogo insicuro, insalubre. Una bruttissima sensazione
Sono arrivate disdette?
Qualche disdetta è arrivata nei giorni immediatamente successivi l’allarme. Poi, fortunatamente, pare che la paura sia in parte rientrata. Ma stiamo modificando i contratti con gli operatori, garantendo un periodo più lungo ai clienti per decidere se confermare o meno la prenotazione. Tutto ciò dovrebbe garantirci verso cancellazioni definitive con decisioni prese sull’onda del momento. Il pessimismo dilagante, quello dei giorni scorsi, è controproducente.
C’è un modo per contrastare questa pubblicità negativa dell’Italia che i mercati esteri percepiscono?
Anche in Langa le disdette arrivano.
Dunque, come consorzio di albergatori abbiamo deciso di uniformare la comunicazione con un format uguale per tutti.
In sostanza, invieremo ai nostri clienti una lettera dove spiegheremo che cosa è accaduto, rassicurandoli e invitandoli a venire con tranquillità nelle nostre zone. E’ un lavoro lungo e impegnativo ma deve essere fatto. Serve coesione tra le strutture e i territori: i clienti lo percepiscono e noi dobbiamo dare quest’immagine di unità.
La stagione, però, non è ancora iniziata
E’ vero. Molte strutture sono chiuse. La mia, invece, è aperta. In questo periodo nei weekend arrivano molti svizzeri. Il coronavirus li ha tenuti lontani ma abbiamo sopperito con gli italiani che non disdegnano un bel fine settimana tra cantine e gastronomia.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale
Precedente
Successivo