I malesseri tipici della quarantena
Depressione, ansia, senso di claustrofobia e ipocondria. Questi sono solo alcuni dei malesseri che lo stato di quarantena prolungata dovuta al Coronavirus porta con sé. Perché se da una parte si è tutti consapevoli che la limitazione degli spostamenti e l’obbligo di permanere nel proprio domicilio sono atti dovuti per scongiurare il diffondersi del virus, dall’altra all’interno delle famiglie cominciano a trasparire i segnali di un disagio dovuto ad una condizione forzata e alla quale nessuno era stato preparato.
Le iniziative dell’Ordine degli Psicologi
Per venire incontro ai cittadini in questo difficile momento, il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (Cnop) ha avviato una campagna volta ad offrire iniziative di supporto. Nello specifico, in questi giorni è stata attivata #psicologionline, che mette a disposizione, gratuitamente, la consulenza di professionisti (ben 4 mila tra psicologi e psicoterapeuti su tutto il territorio nazionale) disponibili per teleconsulti. «L’emergenza sanitaria da coronavirus è sempre più anche un’emergenza psicologica – spiega il Presidente del Cnop David Lazzari – e c’è bisogno di supporto per tantissime situazioni. Perché prima si agisce e meno problemi ci saranno in seguito».
Come contattare i professionisti per gli incontri (virtuali) gratuiti
Per trovare il professionista adatto alle proprie esigenze, i cittadini non dovranno far altro che andare sul sito del Cnop (www.psy.it) e utilizzare il motore di ricerca per provincia. Nell’Astigiano, al momento sono 22 gli psicologi che hanno offerto la propria disponibilità per uno o due incontri virtuali e gratuiti da un’ora ciascuna, via Skype, WhatsApp o per telefono. «La coabitazione forzata, lo stravolgimento delle nostre abitudini e le forti limitazioni alla libertà personale, ma anche l’incertezza per il futuro e le preoccupazioni economiche stanno a mettendo a dura prova i cittadini – spiega Elia Muratore, psicologa astigiana – E’ una situazione straordinaria, mai vista prima e non c’è da vergognarsi se non si dispone degli strumenti necessari per poterla gestire con serenità. Per questo un supporto psicologico può essere d’aiuto, soprattutto per evitare di incorrere in futuro in disturbi dovuti a una condizione di stress post-traumatico».
Parlare delle proprie paure aiuta
Come affrontare dunque al meglio questa situazione? «Parlando ed esprimendo i propri timori. Ogni caso andrebbe valutato singolarmente, ma in generale si può consigliare di stabilire una routine quotidiana che ci consenta di scandire con doveri e diversivi i momenti della giornata – spiega la dottoressa Muratore – Inoltre, è consigliabile non abusare della fruizione dei social network, impiegare il tempo dandosi obiettivi, dedicandosi alla cura della persona o della casa, mantenere i rapporti sociali attraverso le videochiamate o i semplici messaggi e magari aiutando gli altri: facendo cioè telefonate a quel conoscente, o parente, che sappiamo essere solo. Questo gesto di cortesia farà bene all’interessato, ma anche a noi». Ciò che conta è che non si neghi il problema ma che si riconosca la difficoltà del momento, rivolgendosi per un supporto ad un professionista in grado di farci inquadrare la situazione con la giusta prospettiva.