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Elezioni comunali 2022: prima “fumata nera” nel conclave del centrosinistra

Le forze in campo non si sono messe d’accordo sul nome della persona che dovrà sfidare Rasero – Ancora da capire il peso che avranno le ACLI e la società civile nella scelta del candidato

Come da programma, si è svolto domenica l’incontro tra le forze cittadine di centrosinistra per discutere dei nomi papabili alla candidatura a sindaco nella prossima tornata elettorale.

Un incontro sul quale c’era la massima riservatezza tra gli addetti ai lavori; un po’ meno tra le strade e le piazze dove, in effetti, non solo si discuteva dell’imminente riunione, ma già si facevano i nomi di coloro che sarebbero stati “pesati”.

Le indiscrezioni riguardavano Francesco Scalfari, Carlo Cerrato, Roberto Vercelli, Michele Miravalle e addirittura Massimo Cotto.

Alla fine sarebbero stati messi sul tavolo i nomi di Michele Miravalle, Roberto Vercelli (entrambi espressione del Partito Democratico), ma non sarebbe del tutto sfumata l’idea di Francesco Scalfari, espressione della società civile. Sempre secondo voci indirette, anche Beppe Rovera potrebbe rientrare nella partita. Quest’ultimo era stato candidato a sindaco nell’ultima campagna elettorale, per la lista civica Ambiente Asti, ma dopo due anni si era dimesso da consigliere per lasciare il posto ad altri, come da accordi interni alla lista. Cerrato e Cotto non pervenuti.

Francesco Scalfari, direttore del Consorzio Asti Studi Superiori Polo Universitario di Asti, era già stato “indicato”, durante l’estate, come papabile leader della coalizione di centrosinistra anche se poi la sua possibile candidatura era in parte tramontata.

Sembra che i nomi presentanti dal PD, pur con curricula di livello, non siano stati del tutto graditi da alcuni dei presenti perché “troppo di bandiera del Partito Democratico”.

Sarebbe venuto fuori anche il nome di una donna, questa volta sostenuto dalla Casa del Popolo, anch’essa della società civile, ma che non avrebbe reali possibilità di mettere d’accordo tutta la coalizione.

L’incontro di domenica, già ribattezzato il “conclave” del centrosinistra astigiano, si è quindi concluso con una prevedibile fumata nera. Uniti si può, Ambiente Asti, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e CambiAMO Asti non si sono accordati sul candidato e hanno deciso di ritrovarsi fra qualche settimana.

“La riunione del coordinamento delle opposizioni – si legge in una stringata nota stampa diffusa al termine dei lavori – si è rivelata molto proficua. Sono stati esaminati numerosi contenuti programmatici sui quali si è registrata un’ampia convergenza fra le forze partecipanti. Contestualmente sono state valutate numerose proposte di candidatura che rispecchiano le varie realtà sociali della città. Le forze presenti aggiorneranno l’incontro nelle prossime settimane per completare gli approfondimenti sul programma e sulle candidature”.

Un comunicato molto bilanciato che non dice nulla di particolare, ma lascia aperta la partita alla quale, oggi, pare essere grande assente il mondo delle associazioni, ad esempio quello rappresentato dalle ACLI.

Un mondo molto vasto, quello delle ACLI, che guarda al centrosinistra come il suo interlocutore naturale e a temi quali l’accoglienza, la pace, l’ambiente, la legalità, la solidarietà tra cittadini e a una città innovativa che sappia trovare nuove risposte per il lavoro, in particolare per i giovani.

ACLI e società civile sapranno avere un loro peso nel definire le caratteristiche del candidato sindaco del centrosinistra? Di certo non manca chi fra le forze politiche e civiche in campo si dice convinto che soltanto ascoltando davvero queste due realtà si potrà trovare il candidato che ancora manca.

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