Emergenza cinghiali: mai tanti danni come in queste ultime settimane soprattutto sui seminativi ma anche per le strade. Come se lo spiega?
La proliferazione dei cinghiali negli ultimi 30 anni ha conosciuto momenti di “picco” come momenti in cui la presenza del suide pareva essere “sotto controllo” o comunque meno invasiva. Abbondanza dell’alimentazione e condizioni favorevoli allo svernamento hanno favorito la proliferazione. Allo stesso modo, a causa dell’epidemia di Covid-19 che ha portato alla mancanza o ridotta attività venatoria nella scorsa stagione, si è verificato un importante calo dei prelievi effettuati tramite la caccia programmata. Arriviamo così alla situazione attuale con un maggior numero di cinghiali presenti in territori anche di pianura che nella ricerca del cibo utilizzano le colture agricole, come le semine di mais, con conseguenza dei danni rilevati. Gli stessi numerosi animali sono quelli che con la loro presenza rischiano di causare incidenti stradali.
Centinaia di agricoltori si sono costituiti in un Comitato spontaneo molto vasto e battagliero. Chiedono un intervento urgente delle istituzioni. Chiedono di passare dagli indennizzi ai risarcimenti del mancato raccolto e di risolvere in modo efficace la proliferazione. La Regione come intende rispondere a queste rivendicazioni?
Oggi a distanza di vent’anni si sono ricreate condizioni emergenziali a cui questa Amministrazione sta cercando di dare risposte adeguate intervenendo con la modifica dei criteri per il controllo del cinghiale anche in forza di una recentissima sentenza della Corte Costituzionale che amplia i soggetti specializzati (cacciatori formati e guardiacaccia volontari) che possono collaborare con la pubblica amministrazione negli interventi di controllo. La Regione sta elaborando importanti criteri innovativi per il contenimento della specie anche con il coinvolgimento di tutti gli attori che, a norma di legge, gestiscono il territorio piemontese. Nello stesso tempo questo assessorato ha deliberato nuovi Piani di selezione sul cinghiale. A brevissimo si intende deliberare i nuovi criteri per un adeguato ed efficace controllo.
Viene chiesto a gran voce di “professionalizzare” la caccia, ovvero di introdurre la figura del cacciatore che per professione si occupi degli abbattimenti di cinghiali e selvatici. E’ una soluzione percorribile? E se sì in quali tempi?
Negli stessi nuovi criteri per il contenimento della specie si pensa anche di creare personale formato e super specializzato per gli interventi emergenziali e nei luoghi con particolari criticità. In questi giorni la Regione ha avviato diversi tavoli con le Prefetture e le Province per far sì che tutti, con la
condivisione delle associazioni agricole e venatorie, possano contribuire a risolvere queste problematiche.
Sulle proteste al Giro d’Italia?
Accolgo il grido di allarme dei nostri agricoltori piemontesi, come ho già dichiarato siamo di fronte ad una calamità naturale e per questo siamo nelle condizioni di auspicare in interventi emergenziali anche dallo Stato.
Benessere animali
- Massimiliano Pettino