Coronavirus: ragazzi in bici al parco, altri a fare comunella
La guerra contro il Coronavirus la si fa stando a casa. Non c’è molto da capire, da interpretare, non occorre una discussione sui gruppi WhatsApp per trovare eventuali scappatoie alle restrizioni imposte dal DPCM volto a contrastare la pandemia in corso. E’ obbligatorio, salvo in poche eccezioni ben definite, stare a casa. Un solo membro della famiglia può andare a fare la spesa sufficiente almeno per una settimana, meglio dieci giorni, ad acquistare farmaci salvavita o può muoversi se c’è un’emergenza che coinvolge un altro membro della famiglia (soprattuto nonni, un po’ meno il cugino del cognato della zia con cui non parliamo da anni). Si va a lavorare, con l’autocertificazione, e si torna a casa una volta terminato il proprio lavoro. Queste sono le regole che aiuteranno tutti noi a tornare alla vita di prima.
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Ma, purtroppo, anche ad Asti c’è chi ancora non ha colto il messaggio e tra questi cittadini che non osservano le regole ci sono molti ragazzi, studenti evidentemente annoiati, che continuano a uscire in strada, specie nei parchi, infischiandosene delle misure restrittive.
Poiché questi giovani sembrano non avere genitori in grado di accudirli e di tenerli tra le mura domestiche, ieri pomeriggio è toccato al sindaco Maurizio Rasero andare di parco in parco per monitorare la situazione. Come se il sindaco di una città con 76.000 abitanti non abbia nulla di più importante da fare, in questa emergenza, che andare in giro per richiamare i giovani al loro senso civico. Ma tant’è.
Al parco Pastrone, vicino al fiume Borbore, Rasero si è imbattuto in quattro ragazzi in bicicletta che andavano in giro allegramente. “Ho detto loro che non potevano farlo e, in maniera educata, si sono allontanati – ha raccontato il sindaco nell’ultimo video pubblicato su Facebook – Ma se poi abbiano continuato a farlo in un altro luogo non posso saperlo”.
Altri giovani, addirittura bambini, si sono visti in strada insieme ai genitori mentre accompagnavano il cane a spasso. Un comportamento inaccettabile e contrario alle norme indicate nel DPCM sia per via dell’assembramento, sia perché denota una certa spavalderia che dev’essere condannata con forza. Il virus circola e per fermarlo, in assenza di un vaccino e dell’immunità di gregge che non esiste ancora, bisogna stare a casa: dentro le mura di casa o al massimo prendere una boccata d’aria sui balconi restando a debita distanza da eventuali vicini.
Evitate di far giocare i bambini nei cortili dei condomini
Come non si può andare nei parchi con i bambini, non si deve cedere alla tentazione di portare i più piccoli nei cortili condominiali a giocare o a prendere un po’ di sole. Anche quello, specie se si crea un gruppetto di persone, è un assembramento vietato dal Decreto. Anche lì può avvenire il contagio e, ovviamente, questo vanificherebbe tutti i sacrifici che stiamo facendo per tentare di uscire da una crisi sanitaria senza precedenti nel recente passato.
Astigiani, state a casa e fate stare a casa i vostri parenti più anziani. E’ ancora il sindaco Rasero, ma con lui anche la logica, che dovrebbe far capire ai cittadini la necessità di preoccuparsi affinché gli anziani, la categoria maggiormente – ma non l’unica – colpita dal virus, stiano a casa. Non al parco, non seduti a contarsela sulle panchine e neanche in giro a fare la spesa ogni giorno.
“Abbiamo fatto la guerra, non ci faremo spaventare da un virus” sembra essere lo slogan che spinge i più avanti con gli anni a sfidare la sorte in questi giorni di pandemia. “Ma la guerra la vedi – replica il sindaco di Asti – mentre questa cosa non la percepisci. Sta alla fascia d’età intermedia dover controllare che i più piccoli non escano, ma neanche gli anziani”.
Cantare sui balconi non fermerà il virus: stare a casa sì
Cantare sui balconi, applaudire, accendere i flash dei telefonini al calar del sole sono tutti gesti simbolici che valgono fino a un certo punto, servono per sentirci uniti contro un nemico comune, ma che nulla possono per fermare il nuovo Coronavirus e l’epidemia contro cui ci stiamo battendo.
Stare in casa sì, e farci restare i più giovani, come i più anziani, garantisce loro maggiore sicurezza. Lasciamo perdere le corsette nei parchi, portiamo i cani fuori solo nel quartiere e per il tempo strettamente necessario. Rispettiamo le limitazioni prima che, come già si sta parlando in più regioni, si passi al successivo livello di controllo, quello con i militari armati in mezzo alle strade. E’ necessario arrivare a tanto? Dipendente da ciascuno di noi e da quanto ci sta a cuore l’incolumità del prossimo.