Devastazione e abbandono
La parola che più rende l’idea del degrado in cui versa l’ex ospedale di Asti non esiste, ma potrebbe essere un mix tra “devastazione”, “abbandono”, “fatiscenza” e “disinteresse”, a seconda di quale dei tanti problemi dell’immobile si voglia analizzare. I consiglieri comunali di minoranza Beppe Passarino e Michele Anselmo (Uniti si può) hanno chiesto all’Asl di poter effettuare un sopralluogo nella struttura, insieme ai colleghi Angela Quaglia (CambiAMO Asti) e Beppe Rovera (Ambiente Asti), e sono rimasti colpiti da immagini che, di solito, si vedono in film di guerra, oppure nei documentari che raccontano di posti abbandonati in fretta e furia per cause di forza maggiore. Però qui stiamo parlando del centro storico di Asti, a pochi passi dalla centrale piazza Alfieri, davanti ai giardini più importanti della città.
Non stiamo raccontando di campi nomadi, né delle discariche abusive che spuntano come funghi sulle rive del Tanaro, ma tant’è. L’incuria e la devastazione, più e più volte denunciate sui giornali (purtroppo nel sopralluogo, nonostante l’invito fatto dai consiglieri, non è stato concesso ai giornalisti di partecipare) saranno oggetto di un breve documentario che i consiglieri proietteranno a FuoriLuogo.
Depredato nel corso degli anni
Perché tra cavi di rame rubati, aree devastate dai lunghi bivacchi avvenuti nei locali interni, atti di devastazione più o meno intenzionale da parte di sconosciuti, la crescita incontrollata di piante e altro, l’ex ospedale di Asti è un “buco nero” che grava sulla città dal 2005. A dirlo non sono solo i consiglieri Passarino e Anselmo che, in ogni caso, stanno portando avanti un censimento di tutti gli immobili inutilizzati, o poco usati, in mano al pubblico, ma anche ai privati.
«Tutte le Giunte e i sindaci succedutisi dal 2005 in avanti portano una pesante responsabilità sul “nulla di fatto” di questi 12 anni – commentano – Ma anche la stessa Asl AT e quindi la Regione Piemonte non possono “chiamarsi fuori” da una problematica che li riguarda, non solo perché proprietari, ma anche perché l’Asl è diventata l’azienda più importante della città. Inoltre direttamente e indirettamente, Asl e Regione rispondono, in termini complessivi, sociali e programmatori della salute e del benessere della città». «L’interno dell’edificio è un disastro totale – aggiunge Passarino – perché manca la manutenzione, ci sono stati furti, mancano le tegole in alcuni punti del tetto, sebbene sia ancora in condizioni medio/buone. Hanno addirittura spaccato i controsoffitti per rubare i cavi di rame al loro interno».
C’è poi il problema dei topi, che vanno e vengono, ma è chiaro che il problema resterà fino a quando non verrà fuori il progetto finale per ridare vita a tutto l’immobile.
Il progetto del 2014
Uniti si può ha chiesto all’architetto Ferrante Marengo di illustrare un progetto di recupero che risale al 2014 e che prevede mini alloggi per anziani dotati di servizi in comune per le persone e altre piccole superfici commerciali. «E’ ancora valido oppure no?» domanda Passarino chiedendo se esistano i presupposti, sopratutto economici, per la sua sostenibilità. «Ad oggi nessuno si è fatto avanti per acquistare l’ex ospedale e forse perché Asti non risulta appetibile per investimenti privati. Ma altrove ci sono esempi virtuosi che dovremmo tenere da conto, come l’avvenuta ristrutturazione dell’ex ospedale di Vercelli grazie al PISU. In ogni caso – conclude Passarino – dobbiamo avere una visione allargata del progetto che coinvolga la città, anche se tocca alla politica dare l’indirizzo su cosa si andrà a realizzare».
Al sopralluogo hanno partecipato anche il geometra Cortese dell’Asl, il consigliere provinciale Brosio, Clemente Elis Aceto e Mario Malandrone, entrambi ex consiglieri comunali. Martedì ci sarà un nuovo sopralluogo, ma all’ex maternità.
Riccardo Santagati
2 risposte
Che imbarazzo..dopo 10 anni di continue devastazioni si svegliano ora a fare i sopralluoghi..sto degrado e agli occhi di tutti..ma è Aasti..pensiamo prima ai rom e immigranti poi vediamo che se si può fare qualcosa per i cittadini o per le strutture abbandonate