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Attualità

Gli esperti celebrano
il successo astigiano

Guardare con la lente la stagione 2014 del Cinaglio provoca un massiccio rilascio di endorfine nel nostro movimento tamburellistico. Giovani, astigiani e vincenti: quanti possono fregiarsi di un

Guardare con la lente la stagione 2014 del Cinaglio provoca un massiccio rilascio di endorfine nel nostro movimento tamburellistico. Giovani, astigiani e vincenti: quanti possono fregiarsi di un gruppo così? Il Callianetto 2007 era riuscito con un progetto analogo a vincere scudetto e Coppa Italia di serie B (non la Supercoppa), ma non ricordiamo altre società al di fuori di Asti che, con tale materia prima, siano arrivate così in alto.

Coincidenze? In qualità di allenatrice di molti giovani talenti (tra cui in passato Pavia e Cozza) e di esperta osservatrice, lo abbiamo chiesto a Stefania Mogliotti: «Significa che i movimenti giovanili qui funzionano, anche dopo i 18 anni. Quando arrivi a poter disporre di una squadra così giovane con l'ambizione di giocare nella massima serie con lo stesso gruppo è una grande soddisfazione. Al Cinaglio non possono che andare i miei complimenti!».

Per conoscere i punti nevralgici di questo organismo vincente siamo andati sul sicuro, parlando con il dt Gianni Maccario, coach già a Callianetto, con la regia dell'indimenticato Beppe Tirone, di questo gruppo (modificato nel 2014 con gli innesti di Valle, Forno e Oggero), nonché delle ultime due stagioni nell'oasi curata da Chicco Viotti. Grazie a lui abbiamo individuato il punto di svolta che ha fecondato questa stagione: «La Coppa Italia dell'anno scorso. Arrivando in finale alcuni ragazzi hanno capito di poter davvero giocare alla pari contro chiunque». Abbiamo ricostruito i meccanismi di squadra: «Il colpo di Federico Pavia fa la differenza a questi livelli; Andrea Belluardo dà sicurezza e continuità; chi è andato oltre le aspettative è Cristian Valle: ha portato esperienza ed è uno che se sbaglia non abbassa mai la testa, anche dopo un fallo è pronto a rischiare per fare il punto successivo; i tre terzini hanno alternato colpi eccezionali ad erroracci, non facilitati dalla linea dei tre metri».

Abbiamo isolato i momenti top: «La prestazione migliore è stata quella della Supercoppa, giocata a ritmo insostenibile per gli avversari. Il momento che mi ha dato più emozione, ancor più della vittoria del titolo, è stato quello della promozione in serie A». Già la serie A, sensazioni e speranze per il prossimo anno?: «Dobbiamo partire con l'obiettivo della salvezza e cambiare atteggiamento nel gioco. Noi ora siamo l'"anti-tamburello", perché giochiamo all'attacco e non più di due ore e mezza: in serie A non possiamo pensare di prenderci noi tutti i rischi».

Infine un grazie a Cinaglio: «La società ci ha dato grande supporto, alle spalle c'è tutto un paese, piccolo ma molto appassionato». Che la favola continui.

Luca Parena

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