Cè chi attende ancora qualche migliaia di euro e chi, invece, vanta un credito più consistente. Nei confronti della CDM Events (organizzatrice dellultima Fiera Città di Asti con risultati
Cè chi attende ancora qualche migliaia di euro e chi, invece, vanta un credito più consistente. Nei confronti della CDM Events (organizzatrice dellultima Fiera Città di Asti con risultati più che deludenti) il Comune e i privati sono tutti sulla stessa barca. Venerdì pomeriggio, la commissione commercio ha voluto ascoltare una serie di soggetti i quali, a vario titolo, hanno lavorato per conto della CDM durante la fiera flop dellanno scorso (organizzata dopo una non propriamente brillante edizione zero nellottobre 2013). Professionisti, commercianti, pubblicitari hanno spiegato al sindaco Fabrizio Brignolo e allassessore Andrea Cerrato la loro posizione e lo stallo in cui si sono ritrovati non ottenendo il pagamento delle fatture regolarmente presentate alla CDM.
«Come professionista che ha lavorato alla Fiera di Asti chiedo che il Comune utilizzi la fidejussione per ripagarci le spese e le fatture inevase – ha detto Enrico Trova che si era occupato della ristorazione – Mi sembra, infatti, che lamministrazione sia moralmente responsabile di quanto accaduto». Raffaele Giugliano, presidente della commissione commercio, ha chiesto che tutti quantificassero la cifra di cui sono a credito ma ha anche ripercorso liter burocratico propedeutico alla decisione di affidare a CDM lappalto della Fiera per il periodo 2013-2017. Dopo aver risolto il contratto causa inadempimento (10 ottobre 2014), anche il Comune di Asti ha deciso di adire le vie legali (2 dicembre), ma non contro la CDM bensì nei confronti del Consorzio Confidi Centrale di Roma per tentare di escutere la fidejussione assicurativa, stipulata dallorganizzatore, a titolo di garanzia. E questo uno dei tanti punti sui quali la commissione ha dibattuto a lungo.
Anche se la fidejussione venisse incassata (è stata stipulata per circa 90.000 euro ma, probabilmente, sarà riconosciuto un importo inferiore a scomputo di ciò che la CDM ha effettivamente svolto nellappalto), la stessa servirebbe a pagare eventuali danni, anche di immagine, riconosciuti al Comune, ma non potrebbe servire a risarcire i crediti vantati da terzi. «Quella polizza garantisce il Comune – ha spiegato lassessore Bagnadentro – e sicuramente chiederemo il massimo perché il danno di immagine è stato pesantissimo». Ancora da capire come e se, tecnicamente, il Comune potrà risarcire i privati prima della vertenza legale per la quale è stato incaricato lavvocato Roberto Caranzano. Al di là delle questioni tecniche, la commissione ha affrontato anche laspetto politico della fiera flop.
«Lindirizzo della Fiera Città di Asti è di competenza dellamministrazione e la stessa ha deciso di passare da un format generalista ad uno specializzato in sport, famiglia e tempo libero – ha commentato il consigliere di minoranza Angela Quaglia – Il primo esperimento era andato malissimo, il secondo pure. Si è voluto continuare su quella strada con la garanzie dellassessore al Commercio. Ora, attendo che Cerrato dia le dimissioni». Lassessore Cerrato, che ha più volte detto di non voler fare alcun passo indietro, ha così replicato: «Che la Fiera fosse ormai stanca lo dicevano anche i muri e quando fu deciso di cambiare il format non mi sembra che ci fu una levata di scudi. Ledizione dellottobre 2013 fu una specie di test cui seguì la sperimentazione, al mattino, dei laboratori dedicati alle scuole. I laboratori sono stati un successo ma è stata la parte pomeridiana a non funzionare. Poi, probabilmente, qualche errore è stato compiuto anche dallamministrazione».
Il presidente della commissione ha poi deciso di aggiornare la seduta ad aprile ma, nel frattempo, sembra ormai definitivamente sfumata la possibilità di organizzare una Fiera generica per le tradizionali festività di maggio. «La terza brutta figura che la città farà davanti agli occhi di tutti» ha concluso il consigliere Quaglia.
Riccardo Santagati