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Attualità

Flash mob degli infermieri: «La nostra vita a rischio Covid per 4 euro lordi all’ora»

In questo momento davanti alla Regione Piemonte. Nella loro rivendicazione il riassunto agghiacciante di ciò che hanno dovuto passare in questi mesi

Ha aderito anche il NurSind di Asti

Anche il NurSind di Asti (sindacato degli infermieri) ha aderito al flash mob che si sta tenendo in questo momento a Torino, in piazza Castello, davanti alla sede della Regione Piemonte.
Una protesta eclatante, con infermieri sdraiati a terra che rappresentano uno per uno i colleghi morti per Covid. E, oltre alle belle parole e al paragone con gli eroi, chiedono un riconoscimento concreto e tangibile del loro operato in corsia e nei reparti in questi tre mesi di delirio sanitario.
Qui di seguito il testo integrale della lettera di rivendicazione.

Gabriele Montana, il segretario NurSind di Asti

Il testo della toccante rivendicazione

Oggi quelli della prima linea, quelli del fronte, quelli che avete mandato a combattere una guerra nudi e senza difese, quelli che fino a ieri chiamavate eroi, li avete già dimenticati. Noi siamo qui per ricordarvi quello che è successo. Per gli infermieri in questi due mesi è saltato lo stato di diritto. Ci avete abolito le ferie e lo sono ancora , i congedi, costretto a lavorare per 12 ore al giorno senza riposi.

«Ci avete trasformato in untori dei colleghi»

Ci avete abolito per legge la quarantena preventiva facendoci diventare untori dei nostri colleghi , dei nostri pazienti e delle nostre famiglie. Non ci avete fatto i tamponi nonostante molti di noi avessero sviluppato sintomatologia. Ci avete lasciati senza dispositivi di protezioni individuali mettendo a rischio la nostra salute e quella dei nostri cari.

«Siamo stati anche sacerdoti»

Abbiamo dovuto indossare sacchi dell’immondizia rinunciando anche alla nostra dignità personale e abbiamo dovuto indossare pannoloni sotto le tute perché ci era impossibile fare i nostri bisogni. Abbiamo dovuto fare tutto e non solo gli infermieri. A noi è toccato il compito di disinfettare i morti e trasferirli in obitorio. A noi è toccato fare i sacerdoti. A noi è toccato fare le video chiamate con i parenti. Abbiamo dovuto abitare lontano dalle nostre famiglie e stare lontano dai nostri figli. Molti di noi li avete lasciati a casa malati senza sorveglianza sanitaria. Abbandonati. Neanche in guerra i feriti si lasciano soli. Abbiamo assistito impotenti al balletto delle disposizioni che cambiavano ogni giorno. Abbiamo assistito impotenti al caos organizzativo e gestionale delle aziende sanitarie. Abbiamo pianto e abbiamo sofferto senza lamentarci, ma rivendicando almeno la possibilità di lavorare in sicurezza.

«Siamo quelli in prima linea, ancora oggi»

Nonostante tutto questo noi abbiamo continuato a lavorare e lo stiamo facendo ancora. Abbiamo tirato fuori l’Italia e il Piemonte da questo pantano. Ebbene sì, gli infermieri sono quelli della vera prima linea, l’unica prima linea, quelli che più di tutti sono a contatto con il paziente, quelli che garantiscono la vera presa in carico e la continuità assistenziale ha 24Senza gli infermieri nulla sarebbe stato possibile.Rappresentiamo il 60% del personale sanitario, la forza trainante di tutto il sistema sanitario anche se fino a ieri nessuno sembrava essersene accorto e temiamo che da domani tutti si dimenticheranno, voi per primi.

«Indennità ridicole»

Prendiamo indennità ridicole 4 euro lordi per un turno nelle terapie intensive 5 eurolordi per un turno nelle malattie infettive 2,5 euro lordi per un ora di turno notturno, nessun tipo di lavoratore più basso di noiOggi siamo qui per chiedere conto delle vostre promesse, questi che vedete alle mie spalle rappresentano i 40 infermieri morti. Hanno perso la loro vita per salvarne altre. Hanno sopperito alle criticità di un sistema sanitario che avete sfasciato.

«Colleghi morti indossando un sacco della spazzatura come camice»

Sono morti indossando un sacco della spazzatura addosso. Mi chiedo se sentite questo peso. A loro si aggiungono i migliaia di contagiati e centinaia di ricoverati le cui cicatrici faranno fatica a rimarginare E’ bene saperlo Tra gli operatori sanitari gli infermieri rappresentano il 45% di essi, un segno evidente di quanto abbiamo dato. Infine, abbiamo sentito belle parole e tante promesse. Riconoscimento, risarcimento, è giusto ricompensarli. Stipendi inadeguati, i nostri eroi e quanto di più bello si potesse ascoltare.

Tante parole e nessun fatto

Ecco ad oggi solo parole ed elogi e nessun fatto. Certo nessun bonus e nessuna premialità sanerà le nostre perdite , le nostre ferite e non solo fisiche ma un segnale di rispetto noi lo pretendiamo. Gli infermieri chiedono di essere rispettati e risarciti, voi avete il dovere di farlo. Chiediamo e pretendiamo un segnale forte ed inequivocabile-

W gli infermieri e onore a chi di noi ha perso la vita nella lotta al covid-19.

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