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«Tariffe eque e lotta all'evasione»
Attualità

«Tariffe eque e lotta all'evasione»

Partiti gli incontri sulla contrattazione sociale con i Comuni. Le tre confederazioni impegnate a difendere salari, pensioni e fasce deboli. «Innanzitutto – spiegano Giovanni Prezioso, segr. gen. provinciale Cgil, e Piero Pavese, della segreteria Spi Cgil – abbiamo cercato di far capire l’importanza di tarare le tariffe dei servizi sulle dichiarazioni Isee. Abbiamo poi invitato le Amministrazioni a differenziare l’Isee tra pensionati/lavoratori dipendenti da una parte e lavoratori autonomi dall’altra…

L’obiettivo è ambizioso, e ha il merito di voler diffondere una nuova mentalità che porti a introdurre più equità alla “voce” tariffe pubbliche.
Protagonisti i sindacati Cgil, Cisl e Uil che, insieme alle categorie pensionati, hanno avviato gli incontri relativi alla contrattazione sociale, volti a stimolare i Comuni più grandi dell’Astigiano a dedicare attenzione ai aspetti sociali in vista della definizione del bilancio preventivo 2013.

«Questa attività – commentano Giovanni Prezioso, segretario generale provinciale Cgil, e Piero Pavese, componente della segreteria Spi Cgil – nasce nell’agosto 2010 in base ad un accordo unitario sulle relazioni sindacali con i Comuni più grandi. Infatti finora abbiamo coinvolto gli Enti municipali di Asti, Nizza Monferrato, Canelli, Costigliole, Villanova, San Damiano, con cui abbiamo avviato una serie di incontri per ottenere vari tipi di accordi. Consapevoli, peraltro, della difficoltà di attuare le nostre richieste, che cozzano contro le scarse disponibilità economiche delle Amministrazioni a causa dei tagli di fondi da parte del Governo».

Innanzitutto i sindacati hanno stimolato i Comuni a prendere parte, ove possibile, al “patto anti evasione” con l’Agenzia delle Entrate, basato sulla possibilità di incrociare i dati in possesso dei due Enti per un’attività più efficace.  
Poi hanno avanzato alcune proposte per rendere più eque le tariffe dei servizi pubblici. «Innanzitutto – spiegano – abbiamo cercato in tutti i modi di far capire l’importanza di tarare le tariffe dei servizi a domanda individuale (mense scolastiche, asili nido, ecc.) sulle dichiarazioni Isee, maggiormente rispondenti delle possibilità economiche reali delle famiglie. E poi, passo più difficile, abbiamo invitato le Amministrazioni a differenziare l’Isee tra pensionati/lavoratori dipendenti da una parte e lavoratori autonomi dall’altra. Qui l’evasione fiscale non c’entra. La ragione è che, per legge, la costituzione del reddito è per sua natura diversa tra lavoratore dipendente e autonomo, e così, a parità di Isee, si hanno condizioni economiche reali differenti. Anche questo sarebbe un passo importante – per ora applicato putroppo da pochi Comuni in Italia – nella direzione dell’equità».
«Ovviamente – sottolineano – è poi anche necessario prendere in considerazione altri elementi oltre all’Isee, quali il possesso di beni di lusso quali una barca o una nuova auto di grossa cilindrata».

Altro impegno, quello relativo al pagamento dell’Imu. A questo proposito i sindacalisti citano la bozza di accordo messa a punto con il Comune di Asti, anche se altri modelli sono in cantiere con altre Amministrazioni.
Nel caso di Asti, ad esempio, è stato sottoscritto un verbale di intesa per un nuovo fondo perequativo sull’Imu (imposta sugli immobili) per alleggerire il peso della nuova imposta sulla casa e aiutare le famiglie in difficoltà e con i redditi più bassi. «In base alla bozza – proseguono – potranno accedere al contributo tutti i pensionati e le famiglie di lavoratori dipendenti, che sono proprietari di prima casa (un solo immobile) e che dichiarano un reddito Isee inferiore a 11mila euro».

Sindacati e Comune si sono quindi impegnati ad incontrarsi entro dicembre per una verifica del fondo e per esaminare tutte le modalità applicative che si renderanno necessarie per il raggiungimento degli obiettivi concordati.
«Questi tavoli – aggiunge Beppe Castino, segretario provinciale Fnp Cisl – sono fondamentali in quanto rappresentano l’unico modo per intervenire nella direzione dell’equità a favore delle fasce deboli. Dove per fasce deboli non intentiamo solo le persone indigenti, ma anche  coloro che, come i pensionati, possono contare solo su iniziative come queste per compensare la mancata rivalutazione delle pensioni».

Elisa Ferrando

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