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Attualità
Il caso

Green Pass: le surreali autocertificazioni dei “no-vax” chieste all’Anagrafe di Asti

Pretendono l’autentica della firma su moduli che, secondo loro, sostituirebbero l’obbligo di esibire il Green Pass

Nell’ultima settimana all’Anagrafe di Asti si sono presentate più di venti persone, tutte “no vax”, sicure di poter “aggirare” l’obbligo di possedere il Green Pass presentando una fantomatica autocertificazione per la quale chiedevano l’autentica della propria firma.

Tutti hanno mostrato agli impiegati un documento, scaricato da internet o recuperato attraverso chat di “no Green Pass”, che per loro avrebbe avuto valore legale. Un foglio sostitutivo della certificazione verde con tanto di riferimenti normativi, messi a casaccio e spesso pretestuosi, che tirano in ballo il Consiglio d’Europa, il Parlamento Europeo, le Leggi Europee, la Costituzione Italiana e la Legge sulla Privacy.

Come se non bastasse, messi alle strette dagli impiegati, i “no-vax” si sarebbero appellati alla Dichiarazione universale dei diritti umani se non, nei casi più estremi, alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino scaturita dalla Rivoluzione Francese.

Si tratta di certificati del tutto inutili per essere adoperati al posto del Green Pass, ma gli impiegati dall’Anagrafe hanno dovuto addirittura chiamare le forze dell’ordine per far allontanare i “no-vax” più insistenti che, appellandosi a vari articoli di legge, pretendevano di ottenere l’autentica della propria firma.

Due di loro hanno raccontato di dover prendere un treno per Bari usando l’autocertificazione, altri hanno chiesto che il Comune li accontentasse senza ulteriori spiegazioni, minacciando di adire le vie legali nel caso gli impiegati si fossero rifiutati di ubbidire.

Ai “no-vax” è stato spiegato che il Green Pass, come tutti i certificati medico-sanitari, non può essere sostituito da un’autocertificazione. Nonostante questo, è stato molto difficile per gli addetti dell’Anagrafe riuscire a mandarli via. Molti di loro, come spesso capita, avrebbero tirato in ballo la “dittatura sanitaria” e vari “complotti” arrivando a interrompere il servizio degli sportelli per oltre 40 minuti.

«Certo c’è molta amarezza davanti a questi casi – spiegano dal Comune – ma quello che fa arrabbiare di più è che questi signori sono convinti che gli impiegati non sappiano svolgere il proprio lavoro, che siano una manica di incapaci. Alcune di queste persone sono semplicemente ingenue, altre sono davvero convinte che queste autocertificazioni, scaricate da fantomatici siti, abbiano la stessa valenza di un Green Pass. Ma non è così per vari motivi, ad esempio per quello che prevede l’art. 49, comma 1 del D.P.R. n. 445/2000: “I certificati medici, sanitari, veterinari, di origine, di conformità CE, di marchi o brevetti non possono essere sostituiti da altro documento, salvo diverse disposizioni della normativa di settore”».

I “no-vax” che hanno preso di mira l’Anagrafe del Comune di Asti, hanno messo in difficoltà gli impiegati, ma ci sono precedenti anche più strani.  È il caso di quei cittadini che, ogni tanto, scrivono via pec all’Anagrafe di via De Amicis, per chiedere di essere eliminati “da tutti i registri comunali” e, in particolare, pretendono la cancellazione dell’atto di nascita, del nome e cognome, dei documenti d’identità, etc. Anche in questo caso presentano fantomatiche autocertificazioni di “autodeterminazione” alle quali il Comune non può dare, però, alcun tipo di risposta favorevole.

Il sindaco di Asti Maurizio Rasero, nel ringraziare i dipendenti del Comune per non aver fatto venir mai meno l’erogazione dei servizi in tutti i settori, nonostante più del 10% dell’organico non sia in servizio perché positivo al Covid o in quarantena, invita gli astigiani «a continuare ad aver pazienza dimostrando spirito di collaborazione nell’interesse della comunità».

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