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I Maggio, i sindacati: preservare contratto collettivo
Attualità

I Maggio, i sindacati: preservare contratto collettivo

Si sono ricordati i lavoratori precari, i dipendenti che attendono il rinnovo del contratto nazionale, i giovani disoccupati

Si sono ricordati i lavoratori precari, i dipendenti che attendono il rinnovo del contratto nazionale, i giovani disoccupati, i 1.200 morti sul lavoro nel 2015. Sono stati numerosi, infatti, gli spunti di riflessione emersi nella manifestazione promossa dai sindacati Cgil, Cisl e Uil in occasione del 1° maggio, Festa dei lavoratori, che si è svolta questa mattina ad Asti. I manifestanti hanno dato vita ad un corteo aperto dalla banda cittadina che, dai giardini pubblici, ha percorso alcune vie del centro per arrivare in piazza Alfieri, dove si è tenuto il comizio.

Sul palco bagnato dalla pioggia i vertici dei tre sindacati hanno lasciato la parola a Beppe Castino della Fnp Cisl; Francesco Di Martino, segretario generale provinciale Uiltucs Uil, che è intervenuto a nome della rappresentante sindacale Laura Gucci, impossibilitata a partecipare; Nicola Marongiu della Cgil nazionale, che ha tenuto l’intervento finale a nome di tutte e tre le sigle.

“L’anno scorso – ha ricordato Marongiu – la festa dei lavoratori è stata dedicata al problema dei migranti, pere denunciare i ritardi dell’Unione Europea su questo fronte. Quest’anno, invece, vogliamo sottolineare le difficoltà del nostro Paese nell’ambito del lavoro. Viviamo in un periodo di sostanziale stagnazione, con piccoli picchi positivi dovuti ai robusti incentivi messi in campo dal Governo a favore delle imprese. Ma non bisogna dimenticare che dal 2008 ad oggi abbiamo perso in Italia 2,5 milioni di posti di lavoro, che la disoccupazione rappresenta una vera e propria emergenza per la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni, e che la sicurezza sul lavoro, considerando i dati diffusi dall’Inail nei giorni scorsi e relativi al 2015, rappresenta ancora un problema. Non siamo noi sindacati a vedere la realtà con una lente nera, distorta.

Questa è la realtà. Quindi nei prossimi mesi saremo impegnati ad affrontare questioni importanti, tra cui il rinnovo dei contratti nazionali (sono scaduti quelli dei metalmeccanici, del commercio/servizi, del pubblico impiego); il nodo delle pensioni; la riforma della contrattazione. Cgil, Cisl e Uil, a questo proposito, hanno le idee chiare. In un Paese come l’Italia, dove esistono quattro o cinque grosse aziende e una miriade di piccole e medie imprese, è impensabile lasciare all’azienda il potere di negoziazione sia sulla questione del salario sia sull’organizzazione aziendale. Il primo punto va lasciato saldo nelle mani del contratto collettivo nazionale”.

e.f.

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