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Attualità

I migranti lavorano gratis
per i comuni che li ospitano

Ricambiare l’ospitalità ricevuta nell’Astigiano mettendosi al servizio della società con lavori che aiutano a mantenere inalterata la dignità dell’individuo. E’ questo lo spirito con cui si

Ricambiare l’ospitalità ricevuta nell’Astigiano mettendosi al servizio della società con lavori che aiutano a mantenere inalterata la dignità dell’individuo. E’ questo lo spirito con cui si è arrivati, ieri mattina, giovedì, alla firma del Protocollo d’intesa per la realizzazione di attività di volontariato da parte di migranti richiedenti asilo. Il documento è stato siglato tra il presidente della Provincia Fabrizio Brignolo e il vice prefetto reggente, dott. Paolo Ponta. L’iniziativa, una delle prime del suo genere in Italia, è rivolta sia ai richiedenti asilo con meno di 6 mesi di permanenza nell’Astigiano che alle collettività ospitanti. Il protocollo prevede l’adesione, libera, volontaria e gratuita del migrante ad un ente o organismo di volontariato, attivo sul territorio in cui è stata concessa ospitalità, con l’impegno di rendere una o più prestazioni personali, volontarie e gratuite, individualmente o in gruppi, per il perseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale dell’organizzazione cui aderisce e secondo le indicazioni del Comune di riferimento.

Dal 21 marzo scorso oltre 600 profughi, provenienti da zone di guerra del Medio Oriente o dell’Africa subsahariana, sono transitati nella nostra provincia e attualmente ne vengono ospitati circa 230 nelle varie strutture, appartenenti ad associazioni, alla Caritas o ad altri soggetti coinvolti nell’accoglienza. Si tratta sovente di persone che godono di una professionalità (molti di loro parlano più lingue) ma che, come migranti in attesa di asilo, non possono metterle a frutto anche a causa delle norme sul lavoro. Per questo è stata scelta la via del volontariato gratuito attraverso cui i migranti maggiorenni siano impiegati per conto dei lavori pubblici, dei servizi sociali o culturali. In concreto saranno i sindaci dei Comuni coinvolti dall’accoglienza a individuare, in sinergia con l’associazione o l’organizzazione interessata, i servizi che potranno essere svolti dagli stranieri.

Il Comune di Asti è tra i primi ad aver colto al volo l’occasione chiamando una decina di volontari «che non tolgono lavoro ad altre persone – precisa il sindaco Brignolo – perché, se non ci fossero loro, non saremmo in grado di pagare altra gente a causa delle ristrettezze economiche dell’Ente». L’utilità di operare in quest’ottica va a favore dei migranti per un inserimento sociale più completo (al di là dei corsi di italiano o di altri piccoli lavoretti svolti nelle singole comunità) mentre, per i cittadini, si offre l’occasione di poter vedere come i profughi non siano solo un peso economico da sopportare essendo in grado di ripagare i territori ospitanti attraverso il proprio lavoro.

Riccardo Santagati

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