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I ristoratori solidali:i nostri pranzi per chi è in difficoltà
Attualità

I ristoratori solidali:
i nostri pranzi per chi è in difficoltà

Ha preso vita la prima volta il giorno dell'Epifania, ma l'intenzione è ripeterla in vari momenti dell'anno. Parliamo dell'iniziativa "Ristoranti solidali", grazie a cui un

Ha preso vita la prima volta il giorno dell'Epifania, ma l'intenzione è ripeterla in vari momenti dell'anno. Parliamo dell'iniziativa "Ristoranti solidali", grazie a cui un locale offre un pranzo ad una o più famiglie in difficoltà economica che non se lo possono permettere. Nello specifico, lo scorso 6 gennaio i pranzi solidali si sono svolti presso "La vecchia carrozza" di Asti, che ha ospitato due famiglie, per un totale di sette persone, e nell'agriturismo "Ca'd'Pinot" di Valterza, che ha servito una famiglia composta da cinque persone. A coordinare l'iniziativa gli Amici dell'Opera Pia Milliavacca, in collaborazione con la congregazione delle suore Figlie Nostra Signora della Pietà, che gestiscono la mensa sociale comunale di corso Genova.

«L'idea – spiega Raffaele Bianchino, membro degli Amici dell'Opera Pia – è nata nell'ambito della polentata benefica che abbiamo organizzato lo scorso novembre all'Asilo Anfossi, gestito dall'Opera Pia. All'evento hanno partecipato numerosi collaboratori e sponsor, tra cui il ristorante Barolo & Co., la cui titolare, insieme al marito, ha lanciato questa proposta. L'idea ci è subito piaciuta in quanto si può integrare ai vari momenti conviviali organizzati dal mondo del volontariato a favore delle fasce disagiate della popolazione, da cui si differenzia parzialmente. In questo caso il concetto è: il ristorante apre le sue porte in un giorno di festa ad un padre di famiglia che, per un volta, può portare a mangiar fuori la sua famiglia in un bel locale».

Le famiglie che hanno beneficiato dell'iniziativa sono state segnalate dalle suore che prestano servizio alla mensa comunale: il criterio fondamentale è la presenza di figli. L'iniziativa ha già avuto una "seconda puntata", in quanto il ristorante "Tacabanda" di Asti ha aperto le sue porte al progetto questa domenica, in quanto aveva previsto la chiusura il giorno dell'Epifania. «Il nostro sogno – continua Bianchino – è che l'iniziativa continui, coinvolgendo un numero sempre maggiore di locali. Sarebbe bello, per esempio, poterla attuare nei giorni di festa in cui la mensa sociale di corso Genova è chiusa, ovvero a Natale, il primo giorno dell'anno, all'Epifania e a Pasqua. Oppure programmare una settimana, a cavallo tra Capodanno e l'Epifania, in cui i ristoranti accolgono "a turno", famiglie svantaggiate. O ancora, ripetere l'iniziativa una volta al mese lungo tutto l'arco dell'anno».

Alla prima "edizione" è intervenuto anche il vescovo Francesco Ravinale (che, per statuto, è anche presidente dell'Opera Pia), per portare un saluto ad ospiti e ristoratori. «Esprimo grande apprezzamento e riconoscenza – ha commentato – verso i ristoratori, molto sensibili, che hanno aderito all'iniziativa. Hanno regalato un giorno speciale a diverse persone, in particolare ai bambini e ai ragazzi. Durante il mio saluto, infatti, i genitori mi hanno confermato che non avevano mai portato i figli a mangiare fuori». Sossidfatti i promotori dell'iniziativa. «L'idea è partita da noi», commenta Carletto Bona, proprietario de "La Vecchia Carrozza" anche per conto della moglie, Silvana Amerio, titolare di "Barolo &Co.".

«D'accordo con don Giuseppe Gallo, parroco di San Secondo, San Silvestro e Santa Maria Nuova – continua – abbiamo organizzato il tutto per il giorno dell'Epifania. Nel mio locale sono venuti a pranzo, ordinando quello che volevano, sette persone: sono rimasti contenti, dato che era un'occasione per pranzare in mezzo agli altri in un giorno di festa. Per così poco non ci impoveriamo di certo. Anzi, fare del bene porta fortuna. Speriamo quindi che aderiscano anche altri ristoratori e che l'iniziativa si possa ripetere una volta ogni mese». Questa domenica, poi, è stata la volta del Tacabanda. Il titolare, Antonio De Benedetto, racconta: «Abbiamo aderito perché è bello aprirsi agli altri, concetto che fa parte della filosofia del locale. E' venuta a pranzo da noi una persona, anche se doveva esserci tutta la famiglia, ma è andata bene lo stesso. Noi siamo disponibili a ripetere l'esperienza perché, come dice Papa Francesco, bisogna "saper accogliere il prossimo"».

Elisa Ferrando e Roberta Arias

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