Legambiente, pur senza voler scendere in polemica diretta, ricorda alla Provincia le sue parziali responsabilità nel dissesto attuale. Riferendosi specificatamente alla rigida applicazione delle
Legambiente, pur senza voler scendere in polemica diretta, ricorda alla Provincia le sue parziali responsabilità nel dissesto attuale. Riferendosi specificatamente alla rigida applicazione delle norme del Codice della Strada (che prevedono il divieto di piantare alberi ad una distanza dalle strade inferiore alla massima altezza raggiungibile dalle piante, senza eccezioni per i pendii franosi) ed alla campagna condotta nei confronti dei proprietari dei fondi confinanti con le strade di competenza della Provincia.
Migliaia di lettere e di solleciti sono state inviate ai privati, chiedendo perentoriamente il rispetto del Codice della Strada e del Regolamento Provinciale, ottenendo leffetto diretto di una catena indiscriminata di abbattimenti di alberi anche centenari, tra cui tigli, querce, ciliegi, platani, robinie, e quello indotto di cancellare lazione consolidante degli apparati radicali. «Anche se i regolamenti si riferiscono specificamente ai nuovi piantamenti e non ai boschi spiegano Angelo Porta e Giancarlo Dapavo di Legambiente in tanti hanno preferito abbattere ampie fasce boschive sulle scarpate a monte e a valle delle strade per evitare discussioni e possibili sanzioni. Gli abbattimenti continunano tuttora nonostante le circolari del Ministero dei Trasporti ed un recente parere del Ministero dellAmbiente che ritiene evitabile leliminazione degli alberi piantati prima del 1992».
Ma, se da una parte i proprietari sono stati spaventati dalle lettere e dalle minacce di contravvenzioni per la presenza di piante vicine alle strade tanto da passare a vie di fatto con le motoseghe, dallaltra gli stessi proprietari sono tenuti, sempre dalle norme del Codice della Strada, a mantenere le ripe laterali alle strade per impedire frane o cedimenti del corpo stradale, potendo incappare in una sanzione ed essere obbligati al ripristino a proprie spese dello stato dei luoghi in caso di smottamenti addebitabili ad una cattiva manutenzione. «Quindi chi ha tagliato alberi e arbusti dopo aver ricevuto la lettera della Provincia, provocando anche a distanza di anni una frana, dovrebbe pagare una forte multa e provvedere a proprie spese al ripristino» sintetizza il paradosso Angelo Porta.
d.p.