Mentre tra il sindaco di Asti Maurizio Rasero e il presidente della Provincia Paolo Lanfranco si consuma uno scontro istituzionale e politico su temi più o meno noti al grande pubblico (il futuro ridimensionamento scolastico, il Tavolo dello Sviluppo e l’uso dei fondi legati al PNRR, una nomina nel CDA di Astiss e la restituzione delle deleghe a Lanfranco da parte delle due consigliere comunali Ragusa e Varca, in quota al centrodestra), la Segreteria provinciale del Partito Democratico, guidata da Riccardo Fassone, interviene controcorrente ricordando ai due litiganti ciò che fece l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia, Fabrizio Brignolo: l’inserimento negli Statuti dei due Enti locali del principio della Fraternità ispirato all’attivista cattolica Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari.
L’uscita del PD vuole, in estrema sintesi, ricordare che, pur con le differenze di vedute (e di casacche) che ci sono tra i rappresentanti politici delle istituzioni locali, non dovrebbe mai venire meno il rispetto dell’avversario. Una sorta di invito al dialogo, al confronto costruttivo, anche un po’ alle buone maniere, pare leggere tra le righe.
«Manca un dialogo costruttivo tra forze politiche e civiche che amministrano il territorio, siano esse di maggioranza o di minoranza – continuano dalla Segreteria provinciale del PD – Manca totalmente la consapevolezza di queste parole lasciate alla politica da Aldo Moro, “Forse è vero che dopo avere tanto discusso, un po’ di voi è entrato dentro di noi e un po’ di noi è entrato dentro di voi”».
Nell’esperienza in Consiglio provinciale e sulle ultime questioni sollevate nel dibattito, interviene anche il consigliere provinciale del PD e sindaco di San Martino Alfieri, Andrea Gamba: «L’esperienza della lista unitaria dei territori ha consentito alla politica di confrontarsi in questi due anni sui temi concreti: strade, scuole, ponti, individuando grazie a rinnovate risorse soluzioni concrete e praticate. Ma la gestione del quotidiano non ha impedito di cercare le occasioni per individuare tutti insieme il ruolo che questa provincia dovrebbe avere tra dieci anni, iniziando da una valutazione oggettiva delle sue debolezze e dei suoi elementi di forza. Dialogo e competenze sono le basi su cui costruire un rinnovato patto di sviluppo sostenibile, un punto di partenza da cui crescere e una traccia per investire le nuove risorse. Al contrario, spiace vedere come troppe volte il Comune capoluogo abbia preferito la polemica al confronto istituzionale».
«Il Partito Democratico – aggiunge il segretario Riccardo Fassone – riconosce le differenze profonde e sostanziali con molte espressioni politiche, ma sta dimostrando di essere aperto a un confronto serio, permanente e rispettoso su temi fondamentali per il territorio. Da mesi lo stiamo facendo nell’ambito del centro sinistra, ci crediamo e non smetteremo mai di pensare che la città e la provincia di Asti meritino una visione più ampia rispetto a quella cui siamo ormai abituati».
Di dialogo e di confronto parla Gianluca Forno, vicesegretario provinciale democratico e sindaco di Baldichieri: «Negli ultimi due anni come partito abbiamo voluto percorrere la strada del dialogo e del confronto con tutte le parti politiche, nel rispetto delle differenze, ma con l’idea che solo così possa davvero essere perseguito il bene pubblico. Viviamo una fase di cambiamento anche generazionale che, ritengo, possa dare molto in tal senso, supposto che si sappia andare al di là degli stretti interessi di parte».
Da qui una sorta di invito, esteso a tutte le forze politiche e civiche, di “siglare” un patto «che nei prossimi mesi impegni i soggetti sui temi del territorio anteponendoli alle scaramucce interpersonali e alle divisioni, più che legittime, tra differenti punti di vista».
Motta: «Caro Partito Democratico, la fraternità e il dialogo non possono essere a senso unico»
Le buone intenzioni del PD e l’invito al dialogo e al rispetto sono lodevoli nella forma, ma c’è chi contesta lo siano anche nella sostanza. È la consigliera comunale di Italia Viva Angela Motta, l’unica esponente dell’opposizione al sindaco Maurizio Rasero che è stata, di fatto, tagliata fuori dal dialogo con tutti gli altri eletti della minoranza. Un isolamento politico che dura da molti mesi e ha reso alla consigliera Motta impossibile sottoscrivere, ad esempio, le tante interpellanze di gruppo che l’opposizione ha presentato da quando ha deciso di compattarsi contro il nemico comune.
«Gli esponenti del PD provinciale lamentano una mancanza di dialogo tra i rappresentanti istituzionali della Provincia e del Comune di Asti e tra le forze politiche e civiche che amministrano il territorio siano esse di maggioranza che di minoranza – replica Motta – Sottolineano, inoltre, che il PD riconosce le differenze tra parti politiche, dimostrando capacità e disponibilità al dialogo ed al confronto, cosa che stanno facendo nell’ambito del centrosinistra. Dimenticano, però, che da mesi da questo dialogo e da questo confronto hanno escluso una forza politica presente in Consiglio comunale semplicemente perché rea di aver manifestato la propria disponibilità a lavorare nell’esclusivo interesse della città, in particolare con la presentazione all’interno del Recovey Plan di due schede relative ad un progetto di riqualificazione della Casa di Riposo Città di Asti».
Sull’invito che il PD lancia ad anteporre il dialogo alle scaramucce interpersonali e alle divisioni tra differenti punti di vista, la consigliera Motta evidenzia: «Usare un valore come la Fraternità solo per stigmatizzare lo scontro tra il sindaco e il presidente della Provincia di Asti, dimenticando di essere i primi a non applicare un principio come quello di considerare la diversità come ricchezza e che ogni persona eletta in Consiglio comunale è un soggetto a cui riconoscere pari dignità e rispetto, rendono assolutamente incoerenti le loro parole che si scontrano con l’applicazione nei fatti dei principi fondanti lo Statuto del Comune di Asti».