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La querelle

Impianti da sci chiusi in Piemonte: il presidente Cirio si dice «allibito»

L’amministrazione regionale guidata da Cirio contesta duramente la scelta, all’ultimo momento, del ministro della Salute Speranza di tenere chiuse le piste

Solo pochi giorni fa, durante la conferenza stampa sul bilancio del turismo riferito al 2020, il presidente del Piemonte Alberto Cirio aveva confermato che la regione attendeva con ansia la riapertura degli impianti da sci prevista per oggi. Riapertura che non ci sarà perché il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza, ieri pomeriggio, che rimanda l’eventuale riapertura al 5 marzo.

«Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata per oggi – così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio commenta l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Speranza che blocca la riapertura degli impianti di sci – Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura».

«In questi giorni – ricorda Cirio – è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni. Come si può pensare di cambiare idea la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta? La prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata nella mia regione la guida, così come il rispetto delle regole. Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, consapevoli del sacrificio che chiedevamo ma anche del bisogno di tutelare la vita. E anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Oggi cambia tutto. Ciò che contesto non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli e ho già convocato per oggi una giunta straordinaria, perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto. Mi aspetto che chi ha preso questa decisione in questo modo, a poche ore dalla riapertura, si faccia carico anche delle conseguenze economiche. Di certo se questo è il modo con cui il nuovo governo pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini, c’è da preoccuparsi fortemente».

Parole durissime nei confronti del ministro Speranza anche da parte dell’assessore regionale allo sport Fabrizio Ricca: «Assurda e vergognosa una decisione simile presa il giorno prima della riapertura degli impianti di risalita. Il ministro Speranza apra gli occhi e cerchi di capire che nel mondo reale le imprese sportive vivono di pianificazione e affrontano spese per la ripartenza. Dietro alla riapertura di oggi ci sono attività che hanno investito soldi. Se le realtà imprenditoriali dello sci decideranno di ricorrere a vie legali contro questa decisione piovuta dal cielo senza alcun preavviso, e senza tenere in considerazione il lavoro della gente, come Regione saremo al loro fianco».

A fare da eco alle parole di Cirio e Ricca anche le dichiarazioni del vice presidente della Regione Fabio Carosso e dell’assessore ai trasporti Marco Gabusi, entrambi astigiani.

«Una decisione inaccettabile, quella presa dal ministro Speranza, giunta a 12 ore dalla riapertura degli impianti programmata per oggi – commenta su Facebook Carosso – Solo 10 giorni fa, il CTS aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. In base a queste direttive, la Regione Piemonte e tutti gli imprenditori del settore si sono preparati nel rigoroso rispetto delle regole previste.
È inaccettabile, ora, un repentino contrordine. Parliamo di imprese già messe in ginocchio che hanno speso, in questi giorni, i pochi denari rimasti in cassa per anticipare le spese necessarie per adeguare i propri impianti alle normative anti COVID-19, battere le piste e predisporre tutto il necessario per far partire una stagione già duramente pregiudicata. L’incertezza dettata dal suo comportamento implicherà dei danni enormi e qualcuno dovrà assumersene la responsabilità. Noi saremo al fianco del mondo della neve del Piemonte. Chi ha assunto questa decisione, giunta senza alcun preavviso, dovrà farsi carico anche delle conseguenze economiche».
«Incredibile come a poche ore dall’apertura – rincara la dose Gabusi – e con tutte le aziende che vivono per la montagna ci si sia rimangiati tutto! Questo metodo sprezzante delle persone che lavorano non può continuare».

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