Pubblichiamo il seguente comunicato ricevuto dal Nursing Up:
“Prendiamo atto della decisa accelerazione che la Regione ha impresso nel riconoscere ai medici urgentisti, che lavorano nei Pronto Soccorso, una maggiorazione delle indennità da prestazioni aggiuntive di ben 40 euro all’ora (da 60 a 100 euro) grazie ad un disegno di legge ad hoc che verrà approvato in ‘tempi lampo’.
Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, non può non rilevare che la stessa “sensibilità” non sia al momento stata riservata agli infermieri che lavorano nelle stesse strutture di urgenza, ossia i Pronto Soccorso di tutto il Piemonte. La concretizzazione dell’incentivo sulle prestazioni aggiuntive di infermieri e professionisti della sanità che operano in tali settori, infatti, è stata rimandata a future discussioni, anche con le rappresentanze sindacali, senza che a oggi vi sia una data certa per la loro erogazione.”
Il segretario Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, sottolinea: “Spiace osservare come ancora una volta i medici vengano prima degli infermieri. Per carità, siamo favorevoli all’aumento della retribuzione delle indennità, che la Regione aveva preannunciato essere di almeno 30 euro l’ora, e ci fa piacere che la Regione lo concorderà con le rappresentanze sindacali; ci pare però incongruo vedere tanta tempestività per i medici e non altrettanta solerzia per gli infermieri. Auspichiamo che al più presto tale disparità venga cancellata”.
Aggiunge Delli Carri: “Più nello specifico, però, non possiamo non sottolineare che l’idea del “bonus” sulle indennità delle prestazioni aggiuntive sia ancora una volta una soluzione tampone, estemporanea, che non risolve alla radice il problema della grande carenza di personale con organici all’osso. L’aumento delle indennità per noi, che per altro a oggi è a ben vedere di fatto “teorico” non essendo stato né discusso né approvato, non serve a migliorare l’organizzazione, non diminuisce i carichi di lavoro ormai insopportabili soprattutto nei pronto soccorso di tutta la regione, e della provincia di Torino, non interviene a risolvere il problema dell’eccessivo ricorso alle pronte disponibilità (che il contratto impone sia possibile solo per 7 turni mensili), non cambia la realtà di strutture ormai fatiscenti in cui i nostri colleghi sono costretti a lavorare. La Regione deve comprendere che è necessaria un’azione strutturale e concordata, che intervenga su tutte le criticità che abbiamo elencato, per provare a risolvere la situazione di estrema emergenza che stanno vivendo soprattutto i reparti di pronto soccorso del Piemonte. Un’azione che bilanci l’adeguata retribuzione per chi opera in un settore delicato e di alta professionalità qual è la sanità moderna con le irrinunciabili assunzioni. Solo questa può essere la via maestra per un graduale miglioramento dell’attuale situazione di grande difficoltà in cui si trovano quasi tutte le strutture legate all’emergenza della nostra regione”.