E’ terminato nei giorni scorsi il corso di formazione che ha creato un “ponte” tra Asti e New York.
Parliamo del percorso organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dal Centre of Italian Modern Art (CIMA) di New York, intitolato “Emigrazione, esilio e diaspora nelle classi di italiano: progettare percorsi Clil tra scuola e museo”.
Il legame con la nostra città è dovuto al Cpia, il Centro provinciale di istruzione adulti, che offre corsi di lingua italiana dedicati agli stranieri e percorsi di scuola media e superiore rivolti a chi ha più di 16 anni, per un totale di 3.180 iscritti. A partecipare al corso, infatti, due professoresse del centro: Paola Zanonato, che insegna italiano agli stranieri, e Francesca Tabusso, docente di italiano, storia e geografia nei corsi di scuola media e superiore.
Le parole del dirigente Bosso
«Il Cpia – spiega il dirigente, Davide Bosso – è stata l’unica scuola italiana ad aderire al corso, cui hanno preso parte numerose realtà estere, dal Brasile agli Stati Uniti. Il percorso si concentrava sull’utilizzo della metodologia Clil nell’insegnamento della lingua italiana agli allievi stranieri. In sostanza, stimolava a non impartire solo nozioni di grammatica ed esercitazioni di conversazione in lingua, ma anche ad insegnare l’italiano trasmettendo contenuti specifici. Per quanto riguarda la nostra realtà, si concentrava sulla storia dell’arte. Di conseguenza le classi coinvolte – studenti dei corsi di italiano per stranieri e una classe di scuola media con elevata percentuale di stranieri – hanno potuto assistere alla visita virtuale del Centre of Italian Modern Art di New York, per poi replicare le opere ammirate utilizzando sé stessi come protagonisti.
L’esperienza
Come previsto, poi, nelle scorse settimane le due insegnanti si sono recate a New York, dove hanno visitato il nuovo allestimento del CIMA e le due scuole partner del progetto: la Bronx High School of Science e la Brooklyn Technical High School. I due istituti sono nel novero delle cinque migliori scuole superiori pubbliche di New York, in cui molti allievi studiano l’italiano come seconda lingua straniera, per interesse personale o per mantenere i legami con il Paese d’origine della famiglia».
Nell’occasione le due insegnanti hanno potuto partecipare alle attività didattiche dei colleghi americani.
«Dopodiché – conclude – nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro on line conclusivo con docenti e dirigenti scolastici partecipanti da tutto il mondo. Un’esperienza molto arricchente in quanto ha mostrato i vari metodi di insegnamento dell’italiano agli stranieri, sia nel nostro Paese (come avviene nei corsi del Cpia) sia all’estero».