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«Insieme per difendere il servizio sanitario pubblico»

È nato anche ad Asti il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure. Composto da oltre 20 associazioni, ordini professionali e sindacati, ha in programma varie iniziative

«Insieme per difendere il diritto alla salute e il servizio sanitario pubblico».
È nato anche ad Asti, così come in altre città italiane, il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure. A formarlo un gruppo di oltre 20 associazioni, sindacati e ordini professionali che ieri (mercoledì), al Foyer delle famiglie, ha spiegato le ragioni che hanno portato alla mobilitazione e i primi appuntamenti in programma.
«Da un mese e mezzo – ha spiegato Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil – abbiamo cominciato ad incontrarci per esporre e analizzare proposte, idee, documenti. Il nostro obiettivo è salvaguardare la sanità pubblica e il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, che così recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”».

La carenza di personale

«Per noi – ha continuato – si tratta di una sfida, perché assistiamo da anni a “tagli” di varia tipologia alla sanità pubblica. Basti pensare alla situazione in cui versa l’Asl astigiana: in base ai dati forniti dai nostri delegati interni mancano 100 medici, 150 infermieri e 100 operatori socio-sanitari, distribuiti in tutte le specialità. E ancora, due medici di medicina generale. Nei prossimi tre anni ne andranno in pensione 5, per cui la carenza aumenterà ad un totale di 7 figure, se non si interviene prima. Ne approfitto per ricordare, a questo proposito, che secondo noi vanno cambiati i parametri per i pediatri di libera scelta, in modo da evitare troppi chilometri di distanza, nei paesi della provincia, tra il medico e i suoi piccoli pazienti».
Quagliotti ha poi citato la riduzione di posti letto e di risorse destinate alle sanità a livello nazionale. «Se quest’anno è pari al 7,1% del Prodotto interno lordo – ha precisato – per il prossimo anno è stato annunciato che sarà del 6.9%, mentre nel 2025 del 6,4%, contro una media europea del 9%».

Le case di comunità

Un riferimento è stato fatto anche ai servizi sanitari territoriali – in particolare alle Case di comunità, evoluzione delle attuali Case della salute – e ai futuri ospedali di comunità. «Non basta prevedere la loro realizzazione – ha incalzato – bisogna sapere ora i servizi che offriranno e gli orari che potranno garantire. Altrimenti si rischia che, mi riferisco alle case di comunità, diventino semplicemente poliambulatori. Al contrario, dovrebbero rimanere aperte 24 ore su 24. Altro interrogativo: come funzionerà l’ospedale della Valle Belbo? Avrà un Pronto soccorso oppure, come accade già adesso a Nizza Monferrato, un punto di primo intervento aperto dalle 8 alle 16? La popolazione deve avere queste informazioni».
Sulle Case di comunità è intervenuto anche Valerio Tomaselli, vice segretario regionale del sindacato di categoria Anao Assomed. «Bisogna ragionare sui contenuti, alla luce di alcuni fattori, anche in contrasto tra loro: la necessità di aumentare i posti letto in provincia di Asti a fronte della carenza di personale all’ospedale Cardinal Massaia, tanto che per coprire i turni di notte sono stati chiamati, in alcuni reparti, i cosiddetti medici “gettonisti” esterni; il fatto che i medici di base hanno sforato il tetto di pazienti assistiti e che il PNRR non prevede fondi destinati alle assunzioni. Sinceramente ritengo che, a livello di sanità pubblica, si è arrivati ad un punto in cui è molto difficile recuperare ciò che è stato perso finora, a meno che non si investa subito».

Liste di attesa e medici “gettonisti”

Preoccupazione è stata espressa anche da parte del sindacato delle professioni infermieristiche Nursind. «La sanità pubblica è in pericolo – ha affermato il segretario provinciale Gabriele Montana – e dobbiamo mobilitarci, come “addetti ai lavori” e cittadini, per difenderla e cambiare rotta. Abbiamo subìto tagli ai finanziamenti, e quindi ai servizi, senza che le tasse siano diminuite. Le liste di attesa per esami e interventi sono lunghe, tanto che il cittadino, per guadagnare tempo, è ormai obbligato a ricorrere alla sanità privata. Ma non tutti possono permetterselo».
Enrico Mirisola – segretario provinciale e aziendale Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie – ha invece ricordato il percorsodell’esternalizzazione delle prestazioni mediche che ha seguito l’ospedale Cardinal Massaia. “In Pediatria, dove lavoro – ha precisato – mancano almeno 6 medici, e, per fare in modo di riuscire a svolgere le attività ambulatoriali, i turni di notte vengono coperti da anni da medici “gettonisti” di una cooperativa esterna. Un ricorso cominciato saltuariamente, ma che è aumentato notevolmente negli anni. Quello che prima era preannunciato ora si è concretizzato, perché i medici “gettonisti” riguardano anche altri ambiti, come il Pronto soccorso».
Infine la testimonianza di Dennis Marcela Bejarano (rete Asti cambia). «Questa battaglia – ha affermato – riguarda tutti i cittadini perché la sanità è un bene comune. Dobbiamo mobilitarci subito per non perdere “parti” di un servizio fondamentale».

Manifestazioni e iniziative

Il comitato astigiano aderirà alla manifestazione regionale promossa dai vari comitati piemontesi che si svolgerà sabato 27 maggio a Torino. Inoltre ha in programma alcune assemblee pubbliche: lunedì 22 maggio, alle 21, alla chiesa sconsacrata della SS. Trinità in via Cordara a Nizza Monferrato; mercoledì 24 maggio alle 15 nella sede Cgil di Moncalvo: giovedì 25 maggio alle 18 a Villanova (in sede da concordare).
Infine lunedì 29 maggio, alle 21 nella sala Pastrone del Teatro Alfieri di Asti, verrà proiettato il docufilm “C’era una volta in Italia” di Federico Greco e Mirko Melchiorre, che racconta le tragiche conseguenze di un piano di rientro che mette in difficoltà gli ospedali nel Sud Italia. L’appuntamento, che vedrà la presenza dei registi, è stato promosso dal cine circolo Vertigo.

I componenti del comitato

Queste le associazioni e organizzazioni che finora hanno aderito al comitato: Acli, Aie, Associazione Alzheimer, Anaao, Anpi, Asti cambia, Asti oltre, Auser, Casa del popolo, Cgil, Cittadinanza attiva, Cna pensionati, Collettivo azione pace, Federconsumatori, Nursind, Nursing up, Ordine degli infermieri, Ordine dei medici, Polieteia Nizza Monferrato, Rete welcoming e Asti Lab.

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