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Attualità
Tecnologia e disabilità

Kivi e Renault Captur insieme per far guidare tutti, anche con un solo dito

La società di Vigliano leader nei dispositivi di guida per disabili firma l’adattamento di guida in carrozzina sul crossover francese

In tre parole vi è tutto lo spirito di una delle aziende dell’Astigiano più note all’estero: “Yes, we drive”. Parafrasando il celeberrimo motto dell’ex presidente Usa Obama, la società con sede a Vigliano da 25 anni regala autonomia e libertà di movimento a migliaia di disabili, anche gravi.
I suoi progettisti e i suoi meccanici hanno come unico scopo quello di far guidare persone con ogni tipo di limite motorio studiando su misura i dispositivi qualunque sia l’auto usata dal cliente.
Ma sono tante le particolarità che distinguono la Kivi da altri competitor a livello internazionale.

Ad esempio, insieme alla personalizzazione dei dispositivi a misura della disabilità presentata, alla Kivi studiano ogni adattamento a seconda di casa automobilistica, modello e anno della vettura: ne esce un prototipo che viene rigorosamente “catalogato” e “archiviato” in officina così da poterlo replicare quando si presenta un cliente con la stessa auto.
Le installazioni dei dispositivi avvengono in officina a Vigliano se si tratta di clienti di zona, oppure vengono assemblati in kit e spediti ai vari installatori disseminati in giro per il mondo debitamente formati per montarli sulle auto per le quali sono stati richiesti.
Il cuore dell’azienda è il reparto di progettazione, dove sono gli ingegneri a studiare la soluzione migliore per ogni cliente, ma tutti loro lavorano a stretto contatto con i meccanici, guidati dal tecnico Luciano Rossi, “mente storica” dell’azienda, per mettere a sistema l’esperienza oltre alla teoria.


C’è un progetto di successo che più di altri ha visto la Kivi protagonista ed è “Guida in carrozzina”. In questa idea vi è racchiusa tutta l’attenzione che in azienda si è sempre riservata all’ascolto delle esigenze dei clienti con limiti motori e alla loro estenuante richiesta di libertà di viaggio.
Grazie a questo progetto, chi si muove in sedia a rotelle non dovrà più spostarsi sul sedile di guida con tutte le difficoltà che ne conseguono (il più delle volte è un’azione impossibile senza assistenza) ma può entrare in auto direttamente in carrozzina e mettersi al volante.
Un progetto che ha ottenuto l’omologazione europea dopo numerosi test che rendono questo adattamento sicuro.
Come funziona? Il disabile, grazie ad un telecomando, si avvicina all’auto, apre il portellone posteriore e, contemporaneamente attiva un ribassamento del pianale e l’uscita di una piccola rampa di accesso; sale con la sedia a rotelle dalla parte del bagagliaio, percorre l’abitacolo e, arrivato al posto di guida, “ancora” la carrozzina ad una piattaforma che, da quel momento, la trasforma in un sedile. Un altro comando elettronico e la rampa si ritrae, il portellone dietro si chiude, il pianale si rialza in assetto da guida.
Tutto questo da qualche settimana è già disponibile sul modello Captur, il suv della Renault, la grande casa automobilistica francese con la quale Kivi ha stretto una partnership.


«Il nostro lavoro, quando ci arriva la Captur in officina – spiega Michela Giberti – consiste nello “spogliarla” completamente di ogni allestimento, lasciandolo solo scocca e motore. In seguito i nostri meccanici realizzano tutto il sistema di “guida in carrozzina” e poi riassemblano tutti gli interni adattati alla guida della persona disabile. Per questo motivo, con questo brevetto, noi diventiamo tecnicamente costruttori di auto in fase 2».
Quando esce dall’officina, si è trasformata in una “Kivi Captur” pronta ad essere usata da persone anche gravemente disabili».

 

Simulatore per provare la guida per disabili

Impossibile elencare tutti i dispositivi realizzati dalla Kivi per facilitare la guida ai disabili: si va dai tradizionali “cerchielli” che trasferiscono tutti i comandi di pedaleria sul volante ai sofisticati monitor touch screen studiati per funzionare con il solo sfioramento di una qualsiasi parte del corpo, quella che il disabile riesce a controllare.

«Siamo riusciti a regalare l’autonomia di guida a disabili molto gravi che potevano controllare solo il dito di una mano o un movimento generico di polso – spiega Federica Bergamini, addetta al marketing e pubbliche relazioni dell’azienda – Se riescono a usare un joystick, riescono anche guidare».

Gli allestimenti sono dettati da una apposita commissione medica che deve autorizzare la guida speciale e per avvicinare i disabili al mondo delle auto adattate, in azienda è presente un sofisticato simulatore di guida che viene messo a disposizione dei clienti.

Dai camper alla guida in carrozzina

La Kivi nasce nel 1995 a Vigliano da un’idea di Giancarlo Giberti e Carla Fassone, marito e moglie. Piccola azienda famigliare che si occupa di allestimenti di camper in cui il marito è la mente dell’officina e la moglie segue la contabilità. I primi venti di crisi del settore si incrociano con una casualità: un amico di famiglia, tetraplegico, chiede a Giberti di adattare un camper alla sua disabilità. La competenza e l’esperienza la fanno da padrone e Giberti, soddisfatto del risultato, si appassiona a questo particolarissimo segmento dell’automotive e vi investe strutture e professionalità. Oggi Kivi è guidata dalla figlia della coppia, Michela Giberti, Ceo della società che impiega 50 persone e può contare su decine di fidati installatori in tutto il mondo.

L’azienda, rimasta al 100% italiana, si occupa solo di dispositivi per guidatori con disabilità ed è leader mondiale nel mercato degli adattamenti di guida e trasporto per persone con ridotte capacità motorie.

 

 

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