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Diego Meli
Attualità, Economia

“L’attività didattica è sospesa causa Coronavirus. Si chiudano anche le scuole”

La richiesta dei sindacati per tutelare i lavoratori la cui attività in sede non è essenziale, come segretari e collaboratori scolastici

La richiesta dei sindacati

«Troppi lavoratori della scuola, dai collaboratori scolastici al personale di segreteria, stanno continuando a lavorare in sede senza che ve ne sia reale necessità. Chiediamo quindi che le scuole vengano chiuse, considerata la sospensione dell’attività didattica in atto, e che i lavoratori siano messi nella condizioni, laddove possibile, di svolgere le loro mansioni da casa».
A rivendicare la richiesta, unitariamente, le segreterie regionali dei sindacati del settore (Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams), sul modello di quanto fatto nei giorni scorsi dai colleghi a livello nazionale. I segretari regionali hanno infatti scritto ieri lunedì al presidente della Regione Alberto Cirio e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca.
Come spiega Diego Meli, segretario regionale Uil scuola, categoria di cui è responsabile anche per quanto riguarda la provincia di Asti.

Le ragioni della richiesta

«Come abbiamo scritto nella lettera – evidenzia – ridurre gli spostamenti delle persone è, al momento, l’unico modo di contrastare la diffusione del contagio da Covid -19. Lo si evince dalla campagna promossa dal Governo, denominata “Io resto a casa”, secondo cui “non uscire di casa non è una raccomandazione, ma un obbligo”. Ebbene, in tale contesto, molti lavoratori della scuola si recano ancora oggi in sede senza che vi siano emergenze o necessità di presenza fisica. Ci riferiamo a dirigenti scolastici, personale amministrativo, tecnico e ausiliario: dagli addetti di segreteria ai tecnici di laboratorio, fino ai collaboratori scolastici. Chiediamo quindi la chiusura delle scuole per evitare rischi di contagio tra lavoratori che non svolgono una funzione ad oggi essenziale, preservando solo alcune “eccezioni”, come i tecnici che si occupano delle aziende agricole collegate agli istituti agrari».
Meli fa riferimento ai decreti legge in vigore. «Ad oggi è tutto lasciato alla discrezionalità dei dirigenti scolastici – conclude – che devono stabilire la turnazione del personale per consentire di lavorare in sicurezza. Ma il punto è che parte del personale svolge un lavoro non essenziale, mentre altre categorie di lavoratori, che contribuiscono con gli insegnanti alla didattica a distanza come i tecnici informatici (garantendo così il diritto costituzionale allo studio) potrebbero lavorare da remoto».

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