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La deputata incontra i 5 Stelle astigiani«Ecco perché abbiamo espulso i senatori»
Attualità

La deputata incontra i 5 Stelle astigiani
«Ecco perché abbiamo espulso i senatori»

Laura Castelli, deputata piemontese del Movimento 5 Stelle, è stata ad Asti per incontrare i consiglieri comunali Giargia e Zangirolami. Una visita informale al termine della quale le abbiamo posto

Laura Castelli, deputata piemontese del Movimento 5 Stelle, è stata ad Asti per incontrare i consiglieri comunali Giargia e Zangirolami. Una visita informale al termine della quale le abbiamo posto alcune domande.
Ha fatto molto discutere l’espulsione dei quattro senatori “dissidenti”. Si è parlato di metodi antidemocratici e, ancora una volta, sono stati chiamati in causa Grillo e Casaleggio. Come rispondete alle accuse?
«Il Movimento non ha bisogno di correnti interne, non si entra per cambiarlo. Se uno aderisce al gruppo e la prima cosa che pensa di fare è cambiare le regole perché gli dà fastidio, magari, il limite dei due mandati, o che si deve ridurre lo stipendio, questa non può essere una corrente. Ci hanno votato 9 milioni di persone e se faccio un errore mi vengono a prendere a casa e mi sfilettano; invece se l’errore lo fa un vecchio politico di Asti se ne fregano. La mia responsabilità è molto più alta di quella di altre persone ed è per questo che devo essere in grado di togliere le mele marce. Se tu credi nel M5S non puoi pensare che la metodologia corretta sia quella di non essere d’accordo con me, non dirmelo mai in riunione, ma andarlo a raccontare davanti alle telecamere. Se vai a dichiarare cose che la maggioranza del Movimento non condivide sei fuori. Non dimentichiamo che sull’espulsione hanno votato in rete oltre 43mila persone (favorevoli 29.883, contrari 13.485 ndr). Altroché Grillo e Casaleggio».

Uno dei problemi che anche l’Astigiano sta patendo è dato dal dissesto idrogeologico e dalle frane che interessano le nostre colline. Contenimento del consumo del suolo agricolo, tutela del paesaggio e finanziamenti per diminuire il rischio idrogeologico sono punti essenziali per conservare il territorio. La politica sembra essersene accorta solo ora. Voi cosa proponete?
Ci sono temi che per troppo tempo la politica ha lasciato indietro. Da una parte scuola e strutture scolastiche sono state dimenticate per troppo tempo, dall’altra parte il dissesto idrogeologico è uno di quei rami dove i soldi non solo non si sono messi, ma si pensava che non servissero. Quando inizia a sgretolarsi un intero Paese, perché tutta la penisola è messa così, ad un certo punto viene fuori che dobbiamo mettere i soldi nell’idrogeologico, dimenticandoci che il problema è quello delle costruzioni, dei permessi di edificare e dei piani territoriali. Noi proponiamo sempre, all’intero dei decreti che riguardano politiche ambientali, l’aumento dei fondi, incentivi, studi e ripristino di buone pratiche in questo ambito. Qualche cosa è passata, molto lieve, ma ora che facciamo a riguardo? Essendo il nostro un Paese senza Piano energetico e Piano industriale da circa 30 anni, penso che fino a quando questa Italia non si fermerà per decidere cosa vuole fare, cosa vuole produrre e dove vuole investire, non si realizzerà nulla.

Una delle prime proposte del presidente del Consiglio Renzi è quella di creare un sussidio di disoccupazione di circa 1.000 euro. Un’idea che ricorda, in parte, il vostro reddito di cittadinanza. E’ un caso?
Premesso che l’idea del reddito di cittadinanza l’abbiamo proposta più volte e ce l’hanno già bocciata più volte, il segreto che non sa nessuno e che il vecchio Governo Letta aveva già idea di fare una riforma di questo tipo perché aveva già sentito la pressione dell’opinione pubblica. Ci sono cose che quando vengono pronunciate da noi diventano temi di grande attualità e “loro” si devono adeguare. Renzi non si è inventato nulla di nuovo ma a questo Governo non interessa ciò che è sociale o assistenziale, così come non interessa tutelare una sanità pubblica. La nostra idea di reddito di cittadinanza è quella che c’è in tanti Paesi europei. Eravamo parti con 800 euro. Dopodiché, che cosa fai con gli ammortizzatori sociali? Se tu costruisci un buon reddito di cittadinanza puoi anche dire che, da domani, gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione li levi e li usi come copertura. Questo se pensi che nel momento in cui un cittadino rimane senza stipendio il reddito di cittadinanza serve a coprire il tempo in cui si cerca un lavoro. Ma qui c’è anche il discorso dei centri per l’impiego che devono essere rivisti nel loro funzionamento. Per il suo sussidio Renzi dice di voler prendere i soldi dalla Cassa depositi e prestiti. Ora, la Cassa non è la gallina dalle uova d’oro e i soldi che ha sono talmente a garanzia di troppe cose che mi vergognerei un po’ a fare queste affermazioni. La nostra proposta ha coperture più strutturali, alcune sono tassazioni quasi simili a patrimoniali, altre sono tassazioni sulle pensioni d’oro, poi c’è un po’ preso dalla previdenza, quindi dalla cassa integrazione. Tutte coperture esistenti, verificate e garantite.

Renzi ha annunciato lo sblocco dei pagamenti nella pubblica amministrazione ma, nel frattempo, il decreto “Salva Roma” ha innescato molte polemiche.
Il problema del “Salva Roma” è un conflitto di partito perché il sindaco Marino ha un conflitto interno col PD. Marino stata facendo a suo modo delle cose che sono micro rivoluzionarie, cioè sta provando a dire dei piccoli no. Ogni tanto evita di fare cose troppe legate a vecchi sistemi e questo al PD dà molto fastidio. Diverso è il problema delle pubbliche amministrazioni: prima hanno messo loro il Patto di stabilità interno, poi hanno dovuto trovare dei modi per eluderlo perché troppo restrittivo e quindi i comuni si sono trovati le partecipate, create alla vecchia maniera. Ora si è scoperto che sono un costo e che drenano risorse pubbliche in modo costante. Dev’essere rivisto il Patto di Stabilità interno con l’uscita della parte dedicata agli investimenti perché se blindi un comune sugli investimenti non gli permetti di fare nulla. A questo riguardo la Corte dei Conti ha fatto un bellissimo studio in cui incastra i bilanci degli enti locali con quelli delle partecipate per vedere quante sacche di soldi si mangiano.

A proposito di investimenti state seguendo con attenzione i cantieri dell’Expo 2015 di Milano. Il timore del M5S è che l’Expo si trasformi in un business per troppi interessi.
Sull’Expo abbiamo chiesto una Commissione di vigilanza ma ce l’hanno bocciata. Abbiamo chiesto trasparenza sugli appalti, bocciata anche questa richiesta. Il 15 marzo faremo l’Expo tour e i deputati andranno a vedere i cantieri. Il nostro emendamento sul Decreto del Fare è stato cassato perché se tu scrivi che devi rendicontare tutto, almeno secondo quanto ci hanno detto, stai troppo ingabbiando l’amministrazione pubblica. Abbiamo anche chiesto un pool di polizia che segua bene l’Expo, richiesta ancora una volta bocciata.

In Piemonte sta partendo la campagna elettorale per le elezioni europee e per il rinnovo del Consiglio regionale. Quale sarà la linea del M5S?
La campagna elettorale sul Piemonte sarà fatta insieme alle europee perché il discorso va di pari passo. Noi diciamo che per cambiare l’Italia devi cambiare l’Europa poiché i sistemi si incastrano. Faremo una campagna dedicata soprattutto allo smontaggio del PD. Il centrodestra è infatti abbastanza irrilevante in questo momento. In Piemonte si possono individuare uno o due esponenti di destra. Se parliamo di Fratelli d’Italia, è quello che alla Camera conta 8 deputati i quali hanno appoggiato fino a ieri quel sistema che oggi contestano. La battaglia è sul PD perché ancora troppa gente pensa che il Partito Democratico sia una cosa meravigliosa. C’è tanta gente legata a questo concetto di Sinistra che non esiste più, che vota il PD perché crede che ristrutturi il tetto della scuola pubblica o che faccia fare più velocemente le Tac all’ospedale.

Se doveste governare la regione Piemonte l’approccio sulla TAV cambierebbe rispetto a quello tenuto fino ad oggi. E’ così? Chiederete a Renzi di fermare il progetto?
A Renzi non chiederemo niente ma faremo pressione in Europa. Infatti l’Unione Europea non ha mai chiesto di fare la TAV. Il concetto di fondo è quello di prima: cosa serve a questo Paese? La Francia non farà le linee secondarie della TAV perché non ha i soldi. La mia opinione è che quell’opera non si farà mai e se il Movimento 5 Stelle dovesse diventare il primo partito in Piemonte stracceremo quello che potrà essere stracciato.

Riccardo Santagati

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