Sindaco, assessori e una parte di consiglieri sia di maggioranza che di minoranza, ieri mattina hanno fatto visita al carcere di Quarto per toccare con mano la realtà e le esigenze di questa “cittadella” molto speciale alle porte del capoluogo
Sindaco, assessori e una parte di consiglieri sia di maggioranza che di minoranza, ieri mattina hanno fatto visita al carcere di Quarto per toccare con mano la realtà e le esigenze di questa “cittadella” molto speciale alle porte del capoluogo.
L’idea è stata lanciata da Mariangela Cotto, che dal suo assessorato ai Servizi Sociali ha un osservatorio privilegiato sui progetti e sulle attività di recupero al carcere e i “colleghi” amministratori hanno accettato l’invito.
Accompagnati dal direttore, Elena Lombardi Vallauri e dagli educatori della struttura, hanno visitato numerosi locali interni al carcere in cui, ad esempio, avviene la digitalizzazione dei documenti, progetto di lavoro del quale il Comune è partner privilegiato. Un progetto che ha consentito a 8 carcerati di imparare un lavoro e di guadagnare uno stipendio onesto affinando a tal punto le proprie competenze da ottenere anche una commessa esterna che riguarda la digitalizzazione di alcuni documenti delle Ferrovie. Certo il percorso di recupero dei detenuti è un po’ cambiato rispetto a qualche anno fa. Passando da casa circondariale in cui arrivavano i detenuti comuni la maggior parte dei quali stranieri arrestati o condannati per reati minori all’attuale status di Casa di Reclusione ad Alta Sicurezza con detenuti per la stragrande maggioranza italiani e condannati per pene lunghe o ergastoli, cambia anche l’approccio verso le attività che possono fare all’interno. E cambia anche l’esigenza della sicurezza da garantire per il personale, sotto organico di almeno una quarantina fra agenti e amministrativi. Sicurezza che si riverbera anche sul territorio circostante il carcere per contrastare il rischio di concentrazioni e infiltrazioni di criminalità organizzata “importata” dai parenti dei detenuti quando vengono in visita (o decidono di trasferirsi per essere loro più vicini). Problema che l’assessore Giaccone si è riservato di verificare con il Prefetto.
«Garantiamo il nostro massimo sostegno alla richiesta di invio di nuovo personale – è stata la promessa del sindaco Rasero – e ci mettiamo a disposizione per renderci utili per come potremo, garantendo fin da ora la conferma del prosieguo dei progetti già avviati dalle precedenti amministrazioni».
Fra le novità, invece, una collaborazione con l’Università di Asti che invierà degli istruttori della Facoltà di Scienze Motorie per una serie di lezioni di attività fisica ai detenuti che frequentano la palestra del carcere. Nel cassetto il sogno di fare progetti di prevenzione con le scuole e laboratori di teatro e musica. La visita si è conclusa nel Centro di Addestramento dei cani antidroga, unico in Italia per la Polizia Penitenziaria, dove l’assistente capo Domenico Desensi ha spiegato la particolarità del lavoro fatto ad Asti con l’aiuto di due validi collaboratori: Nitro e Bonnie, i cani antidroga che si sono presi non poche coccole dai consiglieri e dagli assessori.
Daniela Peira