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La vittoria di Niccolò alla maratona di NY
Attualità

La vittoria di Niccolò alla maratona di NY

Ha 26 anni e lavora all’Abergo Etico di Asti. E’ il primo ragazzo con la sindrome di Down ad aver compiuto tutto il tragitto lungo 42 km

Correre mentre il vento graffia le guance, anche quando le gambe cominciano ad essere stanche e il fianco a dolere per lo sforzo. Resistere alla fatica mentre tutti gli altri intorno cedono e si ritirano senza più fiato mentre tu arrivi alla fine di questo percorso lungo 42 km che si snoda attraverso grattacieli altissimi perché questo è l’obiettivo che ti sei prefissato. Quella medaglia che reca l’incisione “New York Marathorn 2016” e che viene concessa solo a quei concorrenti che arrivano fino in fondo, che resistono e tagliano il traguardo.

Niccolò Vallese, 26 anni, astigiano non è nuovo alle sfide ma quella di domenica scorsa che lo ha visto correre alla maratona più famosa del mondo e concluderla i poco meno di sette ore, senza mai arrendersi o gettare la spugna, di sicuro se la porterà nel cuore per tutta la vita. Perché Niccolò è stato il primo ragazzo italiano affetto da sindrome di Down a vincere questa sfida, partecipando e correndo fino al traguardo in Central Park. Con lui c’era anche Alex Toselli Presidente della Cooperativa sociale Albergo Etico e Gabriele Rosa, preparatore atletico di maratoneti di fama internazionale. E’ stato Rosa che quest’estate, ospite dell’Albergo Etico di Asti dove Niccolò lavora come maitre, ha proposto al ragazzo di partecipare alla competizione newyorkese. Oltre a Niccolò per l’America sono partiti anche altri ragazzi affetti da disabilità ma con lo stesso obiettivo: a dispetto della fatica e del tempo impiegato, arrivare fino in fondo alla maratona per ottenere la medaglia celebrativa. Niccolò ce l’ha fatta e ci rivela, con grande spontaneità, quanto l’impresa sia stata per lui eroica: «non mi sono allenato molto prima di partire da casa, sono un po’ pigro e infatti è stata una vera faticaccia – spiega con un sorriso che gli illumina gli occhi, al collo porta orgoglioso la sua medaglia – però volevo arrivare fino in fondo, dimostrare a me stesso che con determinazione si può raggiungere qualsiasi obiettivo».

Quanto alla città che per una settimana lo ha ospitato commenta: «E’ stupenda. Se Albergo Etico dovesse aprire una filiale a New York mi proporrei subito come maitre»dice Niccolò e nel mentre strizza l’occhio ad Antonio De Benedetto, titolare del ristorante Tacabanda e ideatore del progetto “Download” che lo ha accompagnato a questa piccola intervista. Un approccio alla vita che ha sempre premiato Niccolò lui che a dispetto dei pregiudizi ha saputo dimostrare di cavarsela egregiamente come cameriere tra i tavoli del Tacabanda di via Al Teatro o tra le sale dell’Albergo Etico che impiega ragazzi con sindrome di Down. Prima di lui, soltanto un ragazzo americano con sindrome di Down era riuscito a completare la Maratona di New York: Jimmy Jenson di Los Angeles e affiliato al Program Best Buddies, una sorta di “Albergo Etico” in USA.

Lucia Pignari

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