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Ambiente

La zanzara coreana farà anticipare la stagione delle punture di due mesi

L’Ipla spiega nel dettaglio la portata della scoperta nell’Astigiano di due nuove specie: la koreicus mai vista prima in Piemonte e la japonicus

E’ terminata poco fa la conferenza stampa dell’Ipla  durante la quale sono stati forniti ulteriori dettagli alla scoperta di inizio marzo: ad Asti è stata intercettata per la prima volta in Piemonte la presenza della zanzara coreana.

La scoperta è avvenuta nel corso dei monitoraggi invernali costanti che l’Ipla fa per la Regione Piemonte sulle specie “svernanti” in una delle “trappole” sistemate alle casegrotta di Mombarone e a Valleandona, considerate due località con un microclima e condizioni di umidita molto favorevoli all’habitat delle zanzare in genere.

Ed è qui che, agli inizi di marzo, i ricercatori, in un pozzo in cemento di quelli usati nella vigna i “gurbin”, hanno rinvenuto le larve della zanzara koreicus, meglio conosciuta come zanzara coreana.

Ad insospettire i ricercatori è stata la presenza troppo precoce delle larve, considerato che quelle delle zanzare comuni sono a quello stadio a fine maggio. E questo è dovuto proprio alla caratteristica principale della zanzara coreana, ovvero la sua resistenza al freddo. Che, di conseguenza, anticipa e posticipa la sua sopravvivenza allungando di mesi la stagione delle “punture”.

Una zanzara che oltre a resistere al freddo  ha per obiettivo principale l’uomo ed è attiva  soprattutto durante le ore diurne.. Per questo difficilmente i pipistrelli, fra i predatori antagonisti naturali delle zanzare, riusciranno ad essere efficaci nel contrastarle.

Insieme alla coreana, però, sempre nei due punti di monitoraggio astigiani, i ricercatori dell’Ipla hanno incrociato un’altra zanzara molto rara in Piemonte, quella giapponese che finora era stata registrata solo nei pressi del lago Maggiore.

Anche questa specie qui sopporta bene il freddo e dunque è in grado di “sfarfallare” già a marzo contro il ritardo della zanzara tigre le cui larve invece compaiono a fine maggio.

Quali pericoli comportano queste due nuove specie introdotte in Piemonte?

Per gli esperti dell’Ipla non vi sono ancora studi scientifici affermati a causa dei pochissimi dati a disposizione.

Per quanto riguarda la zanzara giapponese è stata riconosciuta una competenza per la trasmissione dell’encefalite giapponese e come vettore per la trasmissione di dengue e chikungunya e forte è la preoccupazione del suo coinvolgimento nella trasmissione del West Nile virus. Per la coreana, oltre ad una sospetta competenza sull’encefalite giapponese, si ipotizza anche quella sulla dirofilaria immitis sui cani.

Per  competenza vettoriale ci si riferisce alla capacità di una zanzara di acquisire il virus da un ospite e poi trasmettere il virus ad un ospite suscettibile durante il successivo pasto di sangue.

Cosa fare per limitarne la diffusione?

I ricercatori dell’Ipla hanno immediatamente trattato le aree in cui sono state ritrovate a Mombarone e Valleandona impedendo loro di diventare adulte e l’operazione verrà ripetuta nel tempo anche su un’area più vasta rispetto ai ritrovamenti delle larve.

E poi valgono i già noti appelli alla popolazione di non creare condizioni per la proliferazione delle larve, principalmente evitando ristagni di acqua in contenitori, vero vivaio di zanzare.

E’ il caso di fare segnalazioni di altri eventuali ceppi?

L’Ipla ha una vasta rete di referenti sui territori già sensibilizzati alle segnalazioni che però sono sempre bene accettate scrivendo a zanzare@ipla.org. Certo è più facile individuare le nuove specie sui territori dei comuni che attuano la lotta alle zanzare. Ma Asti non è fra questi.

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