Il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Davide Arri, 45 anni, di cui 27 anni impegnato attivamente in politica, ha deciso di non candidarsi più, ma di fare politica ad altri livelli, con il movimento “Centristi per l’Europa” di Casini
Il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Davide Arri, 45 anni, di cui 27 anni impegnato attivamente in politica, ha deciso di non candidarsi più, ma di fare politica ad altri livelli, con il movimento “Centristi per l’Europa” di Casini, «così da tornare alle origini, come cattolico e democratico, seguendo quel disegno che De Gasperi aveva per l’Europa».
Dopo 27 anni più o meno continuativi, ha deciso di lasciare il Consiglio.
Sì, ho iniziato nel 1990 come consigliere di circoscrizione, per la DC, a Sessant, Serravalle e Mombarone e poi sono entrato in Consiglio nel 1994 con il Partito Popolare Italiano di Martinazzoli. Nel 1998 non sono stato candidato, ma segretario cittadino dell’UDC. Quindi nel 2002, sempre con l’UDC, sono tornato in Consiglio; nel 2007, da candidato a sindaco, sono stato eletto in opposizione e, nel 2012, ancora candidato sindaco da solo ed eletto vice sindaco nell’attuale amministrazione Brignolo.
E’ stato sia in opposizione che in maggioranza: più facile la prima, più interessante la seconda. E’ così?
Per me essere in minoranza non significa fare l’opposizione. Si governa anche stando in minoranza con proposte concrete e utili per il bene della città. So quanto sia difficile governare e questo vale per tutti; inoltre la cittadinanza, che si aspetta risposte concrete, non fa molta distinzione tra minoranza e maggioranza.
Maggioranza o opposizione, il suo modo di far politica ha sempre avuto un’impronta sabauda, senza eccedere nei toni e senza battere i pugni sul tavolo. Molti l’hanno criticata per questo definendolo fin troppo democristiano. Come risponde?
Noi, e parlo anche a nome del gruppo con cui ho lavorato, abbiamo sempre cercato di darci da fare mantenendo il massimo impegno, non solo nelle delibere, ma anche esprimendo le nostre opinioni nelle dovute sedi. Abbiamo cercato di essere un elemento unificatore piuttosto che di divisione, ma certo ogni maggioranza ha le sue difficoltà interne ed esterne. In fondo siamo emersi per ciò che siamo: una forza centrista moderata che non ama far polemiche e gettar parole al vento.
Cosa vuol dire per lei aver ottenuto la delega alla legalità in un momento storico dove, purtroppo, la politica non sempre offre esempi virtuosi?
Ho cercato di far del mio meglio per portare esempi virtuosi e coinvolgere le scuole, anche perché è lì che si formano i cittadini di domani. Anche con le intitolazioni, come quelle per ricordare Giorgio Ambrosoli, Nelson Mandela, Gaetano Scirea, o nelle giornate di studio su Boris Giuliano e Pertinace abbiamo voluto portare esempi di uomini che hanno dato molto allo Stato e che hanno anche perso la vita per sostenere le idee in cui credevano.
Però l’hanno accusata di non aver preso una posizione ufficiale sulle incompatibilità del sindaco Brignolo, in Provincia come nel Cda della Cassa di Risparmio.
Con Brignolo abbiamo avuto grande intesa fin dall’inizio e per quanto riguarda la Provincia sono stati i sindaci del territorio a chiedergli di candidarsi, non è stato lui a sgomitare per farlo. E’ stata una scelta naturale e condivisa. In banca abbiamo pensato che fosse significativo che il capoluogo di Provincia avesse una voce competente nel Consiglio.
Quali sono i risultati di cui va più fiero dopo questi cinque anni?
In ambito urbanistico c’è la Variante frazionale, un vero e proprio Piano regolatore rurale che abbiano dato alla città e che venne lanciata da un ordine del giorno, mio e di Piero Ferrero, nel 2003. Poi la Variante 31, quella delle semplificazioni delle norme e con la quale le aziende hanno più facilità per investire ad Asti: ventotto imprese hanno già dimostrato interessamento e dieci sono già nella fase operativa. Ma anche la nascita dell’Ufficio per la ricerca di finanziamenti è un bel risultato.
E qualche rimpianto?
Non essere riuscito a sbloccare il recupero degli ex immobili dell’Asl sebbene già il 27 luglio 2012 organizzammo la prima riunione con tutte le parti interessate. Un altro rammarico è non aver creato lo sportello polifunzionale per gli utenti del Comune, un progetto di semplificazione per i cittadini che avrebbe reso più semplice interfacciarsi con tutti gli uffici dell’Ente.
Riccardo Santagati