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Attualità
Il caso

L’Asti Calcio torna in D, ma scoppia il “giallo” del brindisi con lo champagne

Il sindaco Rasero è stato accusato di aver brindato con vini non Astigiani, ma il mistero è molto meno intricato anche se la spiegazione non ha evitato l’attacco della minoranza consiliare

L’ultima accesa querelle tra i consiglieri di minoranza e il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha dell’incredibile e in altri tempi, non così prossimi alla campagna elettorale, si sarebbe forse chiusa nel giro di pochi minuti, magari attraverso un chiarimento via WhatsApp. Invece una foto del sindaco Rasero, dell’assessore allo sport Mario Bovino, del patron dell’Asti Calcio Ignazio Colonna e del presidente del Canelli SDS Bruno Scavino intenti a brindare dopo la promozione della squadra di calcio in serie D, avvenuta domenica, ha scatenato un incredibile “giallo enologico”.

Perché dopo la partita, ancora sulle tribune del Censin Bosia, i quattro (ma è soprattutto Rasero la “pietra dello scandalo”) hanno brindato con una bottiglia di champagne e non con dell’Asti Spumante o con del Moscato? Questo il mistero che sta appassionando molti utenti di Facebook pronti a processare, almeno virtualmente, la decisione di non festeggiare con gli spumanti dell’Astigiano.

La spiegazione del giallo

In realtà sembra che la spiegazione del mistero non sia così clamorosa come in un giallo di Agatha Christie, ma dev’essere ricercata in una specie di scommessa tra Colonna e Scavino. Una sfida che avrebbe avuto in palio proprio una bottiglia di champagne. Tutto qui. Nessun enigma particolare, nessun mistero, né altro. Rasero e Bovino, però, hanno accettato di bere lo champagne offerto e questo ha creato il caso. La foto è stata pubblicata dal nostro giornale finendo anche sui social dov’è iniziata la querelle.

Perfino Rasero ha voluto entrare nella discussione su Facebook spiegando l’accaduto dal suo punto di vista, ma non è stato un commento utile a placare gli animi:

«Che belli questi social,  – evidenzia il sindaco – consentono di scrivere qualsiasi cosa senza nemmeno capire perché qualcosa è accaduto. I post come questo consentono di scrivere una sentenza senza aver sentito la difesa spiegare ed illustrare una motivazione, sempre che esista. La sentenza consente poi a chi commenta di tentare il linciaggio su pubblica piazza dei condannati senza possibilità di appello, anzi senza possibilità di difesa. Ero allo stadio , non per bere, ma per guardare una partita di calcio, con mascherina e in sicurezza, ed ho goduto nel vedere la squadra della mia città conquistare la serie D dopo molti anni. Premesso che non ho portato io da casa il vino ma mi è stato offerto sul posto. Premesso che bevo praticamente solo Barbera d’Asti durante i pasti e con il dolce solo Moscato. Premesso che tengo in ufficio in Comune solo bottiglie di Barbera che regalo ai gruppi di turisti che vengono in municipio e bottiglie di Asti che regalo a chi ottiene risultati importanti al fine di brindare. Premesso che sembrava in corso una scommessa, fatta nei giorni precedenti, fra due persone che aveva per oggetto la bottiglia in questione. Fatte le premesse mi permetto solo due oggettive osservazioni: quante bottiglie di Asti vengono prodotte grazie a vino ricavato da vigne che sono ubicate nel territorio del capoluogo? La risposta è zero. Quante case vinicole sponsorizzano una squadra di calcio sul nostro territorio mettendo quelle società nelle condizioni di utilizzare i loro prodotti e promuoverli? La risposta credo sia vicina a quella della prima domanda. Da sindaco del Comune di Asti ringrazio le Cantine Bosca, ad esempio, per la loro sponsorizzazione al palazzetto di via Gerbi che ha consentito importanti interventi di riqualificazione, ma non credo che chi ha portato la bottiglia in foto debba sentirsi in qualche modo in debito verso i produttori locali visto che non mi risulta lo sponsorizzino».

La bottiglia diventa un caso politico

Poco fa il “caso” della bottiglia di champagne è diventato oggetto di un comunicato stampa ufficiale dei consiglieri di minoranza (tranne Angela Motta). Anche in questo caso le critiche non sono mancate.
«Siamo tutti molto felici del risultato della squadra – scrivono i consiglieri di opposizione – Ciò che ci fa meno felici è vedere il sindaco di Asti brindare alla vittoria con un vino che non rappresenta la città. È stato un errore. E, a fronte delle critiche di alcuni, sarebbe bastato ammetterlo. Invece no. Quando si vuol avere ragione a tutti i costi capita che “la toppa sia peggio del buco” per dirla in…francese. E quindi abbiamo assistito alle patetiche giustificazioni del sindaco, alle prese di posizione dei suoi fans e supporters fino ad arrivare a sostenere che i Consorzi del vino (Moscato d’Asti DOCG e Barbera) non abbiano offerto sponsorizzazioni per l’avvenimento. Da che esistono, ricordiamo perfettamente che entrambi i Consorzi non hanno mai fatto mancare bottiglie di Magnum (o di altra dimensione) al Comune, sia per omaggiare i visitatori che per festeggiare successi. Così come non si sono tirati indietro quando c’è stato da sponsorizzare il Concerto di Elisa (Capodanno 2018) o il Percorso “La dolce Valle” (marzo 2018). In entrambi i casi le sponsorizzazioni sono costate ben di più di una bottiglia di champagne! Se la memoria non ci tradisce crediamo che solo per il concerto di Elisa siano stati investiti circa 300mila euro. E visto che il sindaco è andato (giustamente) a brindare alla vittoria poteva portare con sé una bottiglia di Asti con cui fare il brindisi ufficiale  e la foto). Sarebbe stato un bel segnale di attenzione ai produttori del territorio».

Bovino: «Ci si focalizza su delle assurdità»

«Spiace che ancora una volta ci si focalizzi su queste assurdità e non si guardi il grande lavoro svolto negli ultimi 7 mesi per portare ad Asti eventi sportivi che generano importanti ricadute economiche sul territorio – replica l’assessore Bovino – Nella due giorni della Coppa Italia delle Regioni di Tiro con l’Arco abbiamo accolto 600 atleti e i loro accompagnatori per un totale di circa 1.200 persone: di questo si dovrebbe parlare. Quel brindisi, organizzato da un privato, non era “del Comune” e ovviamente abbiamo accettato di brindare alla vittoria dell’Asti Calcio. Credo che sia una polemica talmente assurda che si commenti da sé».

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