Va bene che il proverbio dice chi non fa non falla, però limmobilismo può fare danni al pari di interventi sbagliati. Eppure è proprio quella di totale staticità, laccusa che
Va bene che il proverbio dice chi non fa non falla, però limmobilismo può fare danni al pari di interventi sbagliati. Eppure è proprio quella di totale staticità, laccusa che Legambiente lancia alle amministrazioni delle città piemontesi alla presentazione della 21.ma edizione di Ecosistema urbano, il rapporto sulle performance ambientali dei Comuni capoluogo di tutta Italia. Guardando da vicino la classifica nazionale, le città piemontesi non si discostano molto dai dati degli scorsi anni e questo non è un buon segnale come apparentemente sembrerebbe. «Asti non migliora in nessuno dei parametri ambientali – commenta Giancarlo Dapavo presidente di Legambiente Asti – e solo grazie ai cambiamenti climatici registra una lieve riduzione degli inquinanti, soprattutto per la ridotta presenza di ozono dovuta alle temperature fresche di questa estate».
Quello dei giorni di superamento della media di presenza di ozono nellaria è lunico dato che vede Asti in testa alla classifica particolare con Avellino, Benevento e altre città del sud mentre non eccelle in nessun altro parametro preso in considerazione dal rapporto: inquinamento dellaria, perdite della rete idrica, depurazione delle acque, raccolta differenziata dei rifiuti. Nè bene nè male. Mentre molto si potrebbe fare, come dimostra la città di Verbania, capoluogo piemontese anchesso, in vetta alla classifica generale. Verbania è la città dItalia con il più alto tasso di vivibilità ambientale. Nella stessa classifica generale Asti si pone al 23.mo posto, pressochè allo stesso punto dellanno scorso, sorpassata, in Piemonte, da Novara e Cuneo ma seguita da Biella, Alessandria (67.mo posto) e Torino, fanalino di coda della Regione all86.mo posto su 104 capoluoghi italiani.
«Il quadro che emerge non è rassicurante – ha commentato Fabio Dovana presidente di Legambiente Piemonte e Valle dAosta – le nostre città sulle politiche ambientali procedono a passo di lumaca e le criticità registrate nelle precedenti edizioni di Ecosistema Urbano sono confermate. Emerge chiaramente – prosegue Dovana – che il primo ingrediente che viene a mancare è una strategia complessiva, una visione di futuro a medio e lungo termine verso cui tendere. Le Regioni continuano ad investire su strade ed autostrade mentre in pochissimi casi sono previsti interventi sulle ferrovie che, dove ci sono, vengono sostituite dalle corse su gomma di autobus.
Daniela Peira