Dopo l'approvazione della legge regionale sul riordino in materia di funzioni provinciali arrivano i primi commenti dei politici astigiani. In particolare, è il consigliere regionale Angela Motta
Dopo l'approvazione della legge regionale sul riordino in materia di funzioni provinciali arrivano i primi commenti dei politici astigiani. In particolare, è il consigliere regionale Angela Motta (PD) a commentare positivamente l'arrivo della normativa. «E' stato un iter complicato – spiega – che doveva tenere conto di esigenze diverse, impegnando le Province a svolgere funzioni in forma associata e definendo gli ambiti territoriali ottimali, attraverso l'individuazione di funzioni di area vasta. Per quanto riguarda Asti, l'ambito territoriale ottimale individuato è "Astigiano e Alessandrino". Mediante intese quadro specifiche stipulate tra Regione e le province interessate, sarà però possibile individuare funzioni che, per ragioni di efficienza organizzativa ed esercizio ottimale, verranno esercitate in forma associata accorpando due o più ambiti territoriali. Ciò consentirà alla nostra Provincia di stipulare accordi definendo funzioni in base ad una omogeneità territoriale che può variare a seconda della situazione e che ci consente di relazionarci anche con la Provincia di Cuneo e con la Città Metropolitana».
Il consigliere Motta porta quindi alcuni esempi come il bando sul trasporto pubblico locale che sarà gestito sulle tre province del Sud Piemonte (Asti, Alessandria e Cuneo), «così come auspichiamo avvenga per la riforma delle Atl, – aggiunge – in modo da arrivare alla creazione di una "Atl Unesco" che interessi veramente tutti i territori coinvolti. L'approvazione della legge ci dà oggi maggiori certezze non solo sulle funzioni conferite alle Province, ma anche e soprattutto sul destino del personale che viene totalmente garantito. La Regione conferma così il suo ruolo legislativo, di programmazione, di indirizzo e di controllo secondo il principio di sussidiarietà, disegnando un nuovo assetto istituzionale del Piemonte, riducendo i vertici delle istituzioni, ma continuando a garantire i servizi ai cittadini. Questa riorganizzazione costituisce una sfida importante, un'occasione da non perdere per rilanciare il nostro territorio, fugando paure e ricordando che la città di Alba, da sempre citata come modello da seguire sotto tanti aspetti a partire da quello economico, non è mai stata provincia eppure è diventata il mito che tutti descrivono».
Il vice presidente della Provincia Marco Gabusi, con funzione di reggenza, è invece decisamente critico sugli effetti della nuova legge. «Credo che l'approvazione della legge, seppur dovuta per "legge",abbia dei contenuti che siano da sottolineare: si accorpano alcune funzioni con la provincia alessandrina ed altre rimangono in capo alla provincia di Asti. Questo creerà probabilmente ulteriore confusione nei cittadini e negli amministratori locali già falcidiati da norme sempre nuove. Se davvero si ritenevano inutili gli enti intermedi, – prosegue Gabusi – allora si doveva avere la forza di eliminarli. Il problema è che si devono seguire gli slogan imposti dal "padrone" anche senza esserne convinti e senza immaginare un'alternativa credibile. Così si rischia sulla pelle dei cittadini che sicuramente vedranno ridursi ulteriormente il livello di erogazione dei servizi. Siamo vicini al momento in cui il grande bluff verrà scoperto, sperando che non sia troppo tardi e ci sia il tempo per rimediare».
r.s.