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Attualità

Le spese natalizie al palo: le famiglie spenderanno 169 euro pro capite come nel 2018

E’ quanto emerge da uno studio della Confcommercio che ha reso noti i dati sui consumi della popolazione in vista delle festività. Confermata la corsa ai regali, che coinvolgerà l’87 per cento delle famiglie

Non cresce la spesa natalizia

La spesa degli italiani, il prossimo Natale, rimarrà ferma sui livelli del 2018. È quanto emerge da uno studio della Confcommercio che ha reso noti i dati sui consumi della popolazione in vista delle festività. Confermata la corsa ai regali, che coinvolgerà l’87 per cento delle famiglie. Al palo, se non in diminuzione, gli acquisti nei negozi. Il denaro messo a budget, secondo una valutazione media pro capite, non varierà rispetto a un anno fa, attestandosi a 169 euro.

Qualche soldino in più nella tredicesima

Non basta la crescita delle tredicesime. I lavoratori dipendenti, infatti, troveranno qualche soldino in più nella busta paga extra di dicembre. La quota messa a disposizione delle aziende sale da 35 a 35,7 miliardi, somma un tempo destinata agli acquisti nell’ultimo periodo dell’anno. La tendenza, da un decennio a questa parte, è più prudenziale, a volte di estrema necessità. Le tredicesime, se si escludono i regali ai quali non è possibile rinunciare, vengono impegnate per tappare buchi aperti da mutui, piccoli prestiti contratti per far fronte alla quotidianità, per pagare bollette e tasse.

Salgono le uscite destinate ai consumi

Salgono le uscite complessive destinate ai consumi che fa segnare un 14,7 per cento in più se paragonata allo stesso periodo del 2018. Ma il numero non deve trarre in inganno. I 29,1 miliardi che finanzieranno cenoni, brindisi e cadeaux, pari a 1278 euro a famiglia, sono calcolati a prezzi costanti che generano un calo effettivo dell’1 per cento se messo a confronto della somma spesa nelle festività di dodici mesi fa.

Qualche piccola luce tra le ombre

In un quadro ancora con tante ombre, qualche fievole luce si accende. È il numero delle famiglie che, seppur senza strafare, prevedono di tirare un po’ meno la cinghia a natale: il 68,7 rispetto al 70%. Cresce il numero di soggetti che acquisteranno un regalo, percentuale che passa dal 86,3 al 86,9. Numeri che ancora non fanno segnare l’uscita dal tunnel ma che, in qualche modo, lasciano intravedere segnali di ripresa seppur modesta.

Nel 2009 spesa superiore del 30%

Sono lontani i tempi in cui si apriva il portafogli con una certa nonchalance. Basta tornare al 2009 quando la spesa media reale pro-capite era del 30,7 per cento superiore a quella attuale. Gli italiani, allora, avevano speso 13,1 in regali: a fine 2019 ne avranno spesi “appena” 8,9.
«Le famiglie ancora oggi scontano gli effetti della crisi con la perdita del reddito e una nota marcata di sfiducia. E’ evidente – dicono da Confcommercio – che bisogna sostenere la domanda interna , che da sola vale l’80% del Pil , e per farlo bisogna ridurre le tasse».

Preoccupazione per il decreto fiscale

Intanto, Confidustria di Piemonte, Lombardia, veneto e Emilia Romagna esprimono «forte preoccupazione sul decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio». Nel mirino «l’introduzione dell’ipotesi di confisca allargata che porterebbe, senza alcuna sentenza neppure di primo grado, al blocco dei conti correnti aziendali e delle attività ordinarie delle imprese, dal pagamento degli stipendi ai fornitori».

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