Durante l’incontro organizzato in Comune da “Uniti si può” e “Articolo Uno” si è discusso di PNRR, un’opportunità che mostra però i tanti punti deboli delle amministrazioni. “Il Comune di Asti motore di sviluppo?”, così era intitolato il convegno cui, oltre a un numeroso pubblico, hanno partecipato Federico Fornaro, Capogruppo Leu alla Camera, Carlo Fornaca, Capogruppo Edili Unione Industriale Asti, Stefano Scavino, imprenditore agricolo e Mauro Bosia, consigliere comunale di “Uniti si può”. Sono intervenuti anche Paolo Crivelli, candidato sindaco e Marco Castaldo, coordinatore astigiano di “Articolo Uno”.
«Dopo la stagione del Covid – ha esordito Bosia – è diventato prioritario parlare di ripartenza e quindi di PNRR. Gli Enti locali entro il 2026, grazie allo strumento europeo detto NextGeneration Eu, dovranno gestire una cifra di oltre 28 miliardi di euro, per un futuro più verde, più digitale e a favore dei giovani; ma ne saranno in grado?». «Il PNRR, negli ultimi mesi, è diventato una sorta di chiave per aprire tutte le porte – ha commentato Fornaro – ma PNRR non significa “tutto”. Ad esempio questo piano non mette un euro negli asfalti, quindi l’Italia ha dovuto fare progetti principalmente intorno a due rivoluzioni: quella digitale e quella climatica». Il 57% dell’importo è stato infatti messo, per imposizione dell’Europa, su questi due punti, soldi che, inoltre, non sono tutti a fondo perduto; per la digitalizzazione sono stati messi a disposizione 40 miliardi, per rivoluzione verde e transizione ecologica 59,5, per infrastrutture 25, per istruzione e ricerca 30,9, per inclusione 19,8 e per salute 15,6.
«Il Governo italiano ha poi garantito un fondo complementare di 30,6 miliardi (che comprende l’asfalto) – ha detto Fornaro – che verrà diviso tra le regioni e grazie a cui sarà contemplata la tangenziale di Asti». Una massa di denaro a regia nazionale e regionale per cui l’Europa ha chiesto una serie di riforme e dato una scadenza per l’esecuzione dei lavori; «Denaro che ha però evidenziato l’incapacità di fare delle scelte strategiche – ha continuato il Capogruppo Leu – come il tema della banda larga o della mobilità sostenibile». Troppi bandi, poco personale, assenza di confronto tra i comuni e di programmazione sono stati altri motivi di debolezza segnalati.
«Carenza di norme, burocrazia e aumenti folli di materie prime – lamenta Fornaca – impediranno a questa opportunità di essere usata in toto». A proposito del 110%, Fornaca ha poi denunciato la mancanza di professionalità di molte imprese e la grande confusione che regna. «La nostra idea – ha concluso – è che si debba passare da una cessione al credito istituzionale ai grandi incubatori come Eni, Enel, etc. e che non si debba imporre un “fine lavori” ma un “inizio” per permettere di terminare le opere in modo corretto». Anche il mondo degli imprenditori agricoli ha espresso malumore: «I contratti di filiera, ad esempio, – sottolinea Stefano Scavino – portano avanti un tipo di logica (quella dei distretti) ormai superata». Quello che auspica l’imprenditore è un’agricoltura che proponga un rapporto stretto e continuativo con i clienti.
«Come si ha il medico di famiglia – ha detto Scavino – bisognerebbe avere il contadino di famiglia che ci dà il cibo per stare bene». «Per adesso – ha ancora informato Fornaro – la tangenziale di Asti non è finanziata perché non è stato presentato il progetto di fattibilità tecnico economico, ma 40 milioni sono stati accantonati per quest’opera».
A concludere l’incontro è stato Marco Castaldo che ha parlato della Missione 5 del PNRR, finalizzata all’inclusione e alla valorizzazione del terzo settore, e della Missione 6 rivolta alla Salute.
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