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L’opposizione attacca sul Bilancio di previsione: «È un tradimento, attacca i deboli e non guarda in prospettiva»

Annunciati ammendamenti per evitare che piazza del Palio diventi tutta a pagamento, ma le critiche non risparmiano la raccolta rifiuti e altre settori strategici

Mentre si appresta a entrare nel vivo la discussione sul Bilancio di previsione del Comune di Asti, l’opposizione mette le mani avanti e in una conferenza stampa, avvenuta ieri in municipio, annuncia la sua contrarietà al documento finanziario che, in particolare, estenderà gli stalli blu in tutta piazza del Palio e aumenterà le bollette della TARI.

Per i consiglieri di minoranza Mauro Bosia, Vittoria Briccarello, Paolo Crivelli, Luciano Sutera Sardo, Massimo Cerruti, Mario Malandrone, Maria Ferlisi, Valter Saracco, Roberto Vercelli e Gianfranco Miroglio il bilancio di previsione è da bocciare senza appello.

Sutera (PD) presidente della commissione Bilancio, sottolinea degli aumenti sulla TARI: «Aumenta per le utenze non domestiche del 5% e per quelle domestiche tra il 3 e il 4,7%». Grave errore, secondo la minoranza, trasformare piazza del Palio a pagamento: «Ci siamo chiesti se sia evitabile gravare sui pendolari anche solo di 1 euro – continua Sutera – e abbiamo pensato di proporre alcuni emendamenti. Ogni anno nel bilancio vengono inseriti gli utili dai dividenti delle partecipate, sia GAIA che Asp. Abbiamo presentato un emendamento da 700.000 euro che storna le entrate dal parcheggio, non realizzandolo, aumentando quelle dagli utili che maturano in Asp, oppure dalle riserve».

L’opposizione suggerisce anche di rivedere le spese dell’Ente, sebbene in questo caso la forbice su cui intervenire sia molto stretta. Bosia (Uniti si può) analizza un altro aspetto, quello sui costi in bolletta a carico del Comune: «Quando in commissione abbiamo chiesto cosa si stia facendo per risparmiare energia – spiega – abbiamo saputo che non sono stati presi provvedimenti. Prima di mettere in bilancio un aumento dovuto a un ipotetico aumento dei costi bisognerebbe fare qualcosa per il risparmio energetico. Ecco perché l’istituzione del parcheggio a pagamento ci sembra solo un modo per far aumentare gli utili all’Asp».

Per Crivelli (Prendiamoci Cura di Asti) c’è un problema di povertà dilagante: «Rispetto al precedente bilancio sono stati tolti 9 milioni dal sociale – osserva – e se tu non hai un budget come fai a pianificare? Con 14 milioni al posto di 23 come fai a progettare?». Da Crivelli non mancano critiche alla raccolta dei rifiuti verticale «che non porterà alcun beneficio perché si spendono 4,5 milioni per fare qualcosa che a Torino ha creato un casino terribile».

Miroglio (Verdi), non ha dubbi che il bilancio abbia delle contraddizioni: «Per contrastare la crisi energetica e per migliorare la qualità dell’aria della città c’è 0. Non esiste un disegno di iniziative della mobilità sostenibile e il progetto delle piste ciclabili è partito, ma non si sa dove vada a finire perché non ci sono nuovi investimenti a riguardo». Malandrone (Ambiente Asti) sintetizza così gli effetti che piazza del Palio “blu” avrà sulla vita dei cittadini: «Chi viene da nord troverà una città blu e sarà costretto a pagare, da ovest pure, chi arriva da sud non troverà neanche un parcheggio bianco e da est la stessa cosa, dal momento che l’area ex Waya sarà del tutto insufficiente per accogliere tutte le auto. Prima di operare queste scelte bisogna dare alternative invece si vanno a colpire fasce già impoverite, come i pendolari che già pagano l’abbonamento del treno».

Cerruti (M5S) affronta la questione senza mezzi termini: «È un bilancio senz’anima, né cuore e quest’anno senza assessore. È anche il bilancio che tradisce il Piano del Traffico, realizzato da un professionista lautamente pagato, e le promesse elettorali dal momento che Rasero, prima delle elezioni, non aveva mai accennato di voler eliminare 2.200 parcheggi gratuiti». Ma alla fine davvero tutti pagheranno per parcheggiare in piazza del Palio?

«Asti ha 3.700 stalli blu e il potenziale incasso è di circa 15 milioni – precisa Vercelli (PD) – Di questi il Comune ne incassa il 10% perché non controlliamo a sufficienza che vengano pagati. Bisognerebbe mettere le sbarre nelle piazze a parcheggio altrimenti corriamo il rischio di essere la città dei furbi». Parole cui fanno eco quelle di Briccarello (Uniti si può): «Questo bilancio è un esempio di un aborto comunale nel momento in cui non ci sono una progettualità e una visione. Viene abortito l’aspetto culturale: cultura e turismo ormai sono la stessa cosa, nonostante due assessori diversi. La cultura viene delegata a eventi che rappresentano poco per la cultura degli astigiani e di certo non aiutano a educare e far nascere spontaneamente forme culturali in città».

Secondo Ferlisi (PD) si tratta di «un bilancio che non tiene conto delle necessità delle donne senza dimora perché non abbiamo un dormitorio femminile. Con un emendamento chiediamo per il prossimo triennio di dare 1.000 euro alla Commissione Pari Opportunità». Infine Saracco (Prendiamoci Cura di Asti) che sui rifiuti aggiunge: «Dovremo spingere affinché tutti i cittadini capiscano che la raccolta differenziata fatta bene è importante perché, d’ora in avanti, peggio la facciamo e più pagheremo».

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Una risposta

  1. Eccoli lì, i nove sconfitti alle elezioni comunali.
    Sempre a lamentarsi.
    Che facce cupe, un po’ di allegria che tra poco sarà Natale.

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