Musei cittadini chiusi fino a giugno
«In base al Decreto sulle riaperture firmato dal premier Giuseppe Conte potevamo riaprire i musei oggi (ieri per chi legge, ndr). Ma non avrebbe avuto senso per due ragioni fondamentali, che ci hanno spinto a rimandare l’apertura a giugno».
Così Mario Sacco – presidente della Fondazione Asti Musei (comprendente Palazzo Mazzetti, Cripta e Museo di Sant’Anastasio, Palazzo Alfieri, Torre Troiana, Domus Romana e Battistero di San Pietro) – interviene sul nuovo passo in avanti della Fase 2 avviato lunedì a livello nazionale.
«Mi sono confrontato con il sindaco Maurizio Rasero, essendo i musei patrimonio della città – ha continuato – e insieme abbiamo concordato che sono ancora numerosi i ragionamenti da fare prima di poter rendere fruibili le aree museali in sicurezza. Prima di tutto, bisogna capire come organizzare le visite dal punto di vista degli accessi, delle prenotazioni, della bigliettazione, dei percorsi da seguire all’interno delle aree museali, tenuto conto che la normativa impone sanificazioni che vanno effettuate con attenzione, soprattutto considerando il patrimonio di elevato valore rappresentato da opere molto antiche».
«In secondo luogo, abbiamo anche riflettuto sul fatto che non avrebbe avuto senso aprire i musei astigiani, che vivono del turismo proveniente da altre regioni italiane e dall’estero, in un periodo in cui la circolazione delle persone non è ancora libera. L’obiettivo è quindi renderli nuovamente visitabili a giugno, quando i turisti potranno di nuovo raggiungere la città».
La pianificazione di mostre e attività extradidattiche
Il presidente Sacco sottolinea poi che si dovrà anche lavorare avendo presente un’ottica più a lungo termine. «Negli ultimi due anni – ci siamo impegnati per proporre una grande mostra in autunno a Palazzo Mazzetti, che imponeva un grande investimento bilanciato, come si è visto, da un ottimo ritorno a livello di numero di visitatori. “Numeri” che ci dovremo scordare, stando alle attuali normative per il contenimento del contagio da Coronavirus. Vedremo quindi di ragionare a livello di proposte e investimenti, oltre che su tutta la “partita” relativa alle numerose iniziative extradidattiche, rivolte a scuole e famiglie, proposte dalla Fondazione».