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Attualità

Due mediatrici culturali per assistere
le future mamme albanesi e arabe

Un contributo regionale potenzierà l’attività del consultorio familiare di via Baracca, offrendo un servizio di affiancamento nel percorso della gravidanza per le donne albanesi e arabe.Grazie ai

Un contributo regionale potenzierà l’attività del consultorio familiare di via Baracca, offrendo un servizio di affiancamento nel percorso della gravidanza per le donne albanesi e arabe.
Grazie ai fondi stanziati, l’Asl AT potrà estendere la presenza delle due mediatrici Fatima Ait Kablit, nativa del Marocco, e Sabina Darova, di origine albanese, che da oltre dieci anni prestano servizio al Consultorio. L’incarico alla Cooperativa Jokko, alla quale le due operatrici appartengono, è già stato siglato e terminerà – salvo rinnovo – il 31 marzo 2013.

“Il ciclo d’incontri di preparazione alla nascita – spiega Paola Imarisio, responsabile del Consultorio – prenderà il via da settembre e si terrà nelle nostre strutture di Asti e di Nizza. Quest’ultima negli ultimi mesi è stata coinvolta da una sperimentazione che, accanto alla ginecologa, ha visto operare la mediatrice culturale di lingua araba: l’esperienza è stata accolta molto positivamente dalle future mamme e tornerà a ripetersi dal prossimo mese. Tra i temi che affronteremo, anche l’uso della contraccezione dopo la gravidanza”.

Circa il 50% delle donne che si rivolgono al consultorio sono di origine straniera, e bussano alla porta di via Baracca soprattutto attraverso il passa parola. La mediatrice culturale è a loro disposizione già dopo la prima visita ginecologica: i corsi di preparazione al parto, tenuti dall’ostetrica e da altre figure professionali, iniziano a partire dal settimo mese di gestazione, ma fin dai primi mesi la presenza della mediatrice si rivela fondamentale. «La comprensione dell’italiano – conferma Sabina Darova, al Consultorio dal 2000 – è molto importante per apprendere correttamente le nozioni legate all’alimentazione, igiene della persona, visite ed esami per la donna in gravidanza. Le future mamme albanesi sono spesso ragazze giovani, tra i 19 e i 25 anni di età, non di rado approdate a un matrimonio combinato dopo un periodo breve di fidanzamento».

«Spesso durante la gravidanza – spiega Fatima Ait Kablit, impegnata al Consultorio dal 2001 – la donna araba si imbatte in problemi di cui ignorava l’esistenza: come il diabete.
Insieme allo specialista, la mediatrice la aiuta a comprendere meglio l’importanza di non sottovalutare il disturbo, di seguire una dieta corretta o di prendere l’insulina. Le donne del mio Paese, pur essendo spesso analfabete e non sapendo parlare l’italiano, si integrano senza difficoltà nel percorso di accompagnamento alla nascita, cioè nella rete di visite e controlli cui spesso si sottopongono a gravidanza già inoltrata, e vivono con meno apprensione il periodo della gestazione o della gestione del bambino: forse perché, appartenendo a famiglie numerose, fin dall’adolescenza acquisiscono una certa dimestichezza nella cura dei fratelli più piccoli».

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