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Meno traffico e più servizi: Asti accelera sui progetti del Distretto del Commercio

Il direttore della Confcommercio Claudio Bruno spiega lo stato dell’arte su investimenti e iniziative per sostenere negozi, botteghe, artigiani ed eccellenze del territorio

Strategico per il rilancio delle attività imprenditoriali e commerciali, il “Distretto Urbano del Commercio” di Asti (ma ci sono anche quelli diffusi come il Distretto di Nizza e Canelli, San Damiano, Villafranca e Moncalvo) è già alla fase operativa che prevede progetti mirati a sostegno delle attività. La pandemia e l’attuale emergenza energetica, con bollette che hanno raggiunto cifre insostenibili, hanno messo a dura prova i piccoli negozi di prossimità, gli artigiani, le botteghe storiche che la Confcommercio, la Regione e l’amministrazione comunale intendono rilanciare con interventi di rigenerazione urbana, strategie di promozione, ma anche innovazione digitale.

Claudio Bruno, direttore dell’Ascom di Asti nonché manager del Distretto, ci spiega quali saranno le prossime mosse: «Il Distretto è il tentativo di mettere in condizione il territorio di riqualificare determinate aree, valorizzare le produzioni tipiche, il patrimonio turistico, culturale e ambientale per favorire la ripresa dell’economia». La Regione ha riconosciuto i Distretti astigiani, passaggio necessario per attivare le successive fasi e ricevere i primi fondi. C’è già stato un bando da 50.000 euro erogati a ciascun Distretto per avviare le prime azioni concrete.

«Ad Asti sono stati fatti i primi interventi – prosegue Bruno – come i servizi igienici in piazza del Palio, il logo del Distretto nell’ex area Gamberini, l’intervento che valorizzerà i giardini pubblici, ma anche l’installazione di un totem digitalizzato in piazza Roma. Poi abbiamo partecipato a un altro bando che permetterà, entro la fine dell’anno, di avere dalla Regione una risposta sulla progettualità definita insieme al Comune. Bando che permetterà, questo l’auspicio, di portare ad Asti 400.000 euro, di cui 100.000 destinati alle imprese». Le risorse della Regione ammontano a circa 9 milioni distribuiti su un triennio, dal 2022 al 2024, per circa 3 milioni di euro da dividere tra i vari Distretti. «La Confcommercio ha investito molto sui Distretti – continua Bruno – perché rappresentano la cassetta degli attrezzi per poter sviluppare politiche attive per il territorio che devono tenere conto da un lato delle esigenze dei Comuni, affinché possano sviluppare delle progettualità, dall’altro dell’impegno della Regione che vincola determinate risorse alle imprese».

Il direttore della Confcommercio di Asti Bruno Claudio

Si punta, ad esempio, a riportare in centro alcune attività che sono state delocalizzate in periferia, ma sempre partendo da una visione di quella che sarà la città del futuro. Ciò rappresenta la vera sfida del Distretto. «Adesso, a prescindere da quelli che potranno essere i bandi finanziati dalla Regione – continua Bruno – abbiamo chiesto un di osservare un principio di premialità sui progetti, riconoscendo quelli importanti per il territorio, guardando il merito e l’utilità che hanno».

Ma qual è l’Asti che vogliamo? Quella che si vuole costruire? Sappiamo che il Comune deve, velocemente, approvare un’estensione dell’isola pedonale e della ZTL, discussa, annunciata, ma ancora al palo ad eccezione della zona di piazza Alfieri, lato portici Anfossi.

«Qual è la visione dell’Asti del futuro? – osserva Bruno – Il Comune ha fatto sapere che metterà mano al Piano regolatore. Da lì bisogna partire perché quello attuale è vecchio, composto da varianti. Devi preservare le parti fondamentali, ma sviluppare un Piano che tenga conto di tutti i settori, primario, secondario e terziario, a partire dalla periferia per arrivare in centro. La logistica è importante perché Asti è in una posizione strategica. Un Piano che possa modificare alcuni aspetti sui servizi, come riportare ai piani terra quelli che sono stati messi ai primi piani. Nel breve presenteremo una relazione su come immaginiamo l’Asti del futuro anche tramite le valutazioni che stiamo facendo guardando all’esterno. Essere un po’ meno autoreferenziali aiuta per poter avere questa visione. Asti dovrà essere una città turistica? Sì. Ha bisogno di insediamenti dal punto di vista culturale? No, ne abbiamo a sufficienza, ma bisogna valorizzarli. È una città che ha bisogno di maggiore strutture ricettive? Sì».

«Per far funzionare il Distretto del Commercio – precisa Bruno – sarà fondamentale il ruolo che hanno gli artigiani, i commercianti, i professionisti nella condivisione di una progettualità che dev’essere definita assieme. Confcommercio si metterà in condizioni di fare una serie di incontri per tirare fuori quelle che sono le esigenze, le necessità, le idee per poi tradurli in progetti, molti dei quali già inseriti nel Piano del Distretto». Uno dei punti strategici è rappresentato dalla cosiddetta “logistica green”, quella che dovrebbe portare il centro storico a riformare l’accesso di furgoni e corrieri in determinate fasce orarie, magari con la creazione di magazzini di quartiere.

«Se parliamo di un’isola pedonale e di una ZTL bisogna fare in modo che questo sia identificabile dandosi delle regole – prosegue il direttore dell’Ascom – Oggi abbiamo un’isola pedonale dove c’è più flusso di traffico che in corso Dante. Fissare degli orari, stabilire delle zone dove ci possa essere un punto di riferimento per la consegna e il ritiro della merce, utilizzare mezzi elettrici che girano per le consegne è qualcosa di concreto che entro la fine dell’anno presenteremo al Comune». Problemi da affrontare ce ne sono: «Come il contingentamento del traffico che arriva da Isola e la regolamentazione dei flussi turistici dal momento che oggi puoi solo arrivare in piazza del Palio per fermare i bus».

Insomma, tante questioni aperte sulle quali il Distretto è chiamato a fare sintesi per trovare idee attivabili nel breve e medio periodo.

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