Pubblichiamo la testimonianza di Antonella Merletto, 58 anni, guida turistica, moncalvese doc da anni trasferitasi a Roma per lavoro. Ci racconta come la pandemia ha rivoluzionato la sua vita e la sua professione. Un racconto d’amore, di preoccupazione ma di speranza.
Lavorare in mezzo all’arte, all’archeologia e alla storia è sempre stato il mio sogno. Sono nata in Gran Bretagna da mamma inglese ma cresciuta a Moncalvo, paese della famiglia di papà e dove ho amici da una vita. Da Moncalvo, dopo anni in Grecia per una specializzazione post-laurea in architettura antica greca e romana, mi sono trasferita nella città per me più bella del mondo: Roma. Oltre a essere ricercatrice indipendente di storia dell’architettura, professoressa in due università americane, sono anche guida Turistica Abilitata di Roma e provincia. Il patentino l’ho conseguito nel 2001, appena dopo il crollo delle Torri Gemelle e pensavo che le difficoltà lavorative incontrate allora non sarebbero più successe. E invece, ecco un blocco ancora più terribile e duraturo: il Covid del 2020, la pandemia. Improvvisamente il lavoro tutto cancellato e l’agenda piena di tours e lezioni, inutile ed abbandonata su uno scaffale. Roma così vuota e silenziosa era bella da mozzare il fiato. Le immagini in tv, i droni che sorvolavano i monumenti, le canzoni dai balconi, “tutto andrà bene!”, ” ce la faremo!”, si diceva. Alla vista del Colosseo dopo il lockdown, ho pianto di emozione. La Fontana di Trevi deserta, Piazza San Pietro un contenitore vuoto, i Musei Vaticani spettacolari. E pensavo che saremmo ripartiti, piano piano. Invece, a chi lavora soprattutto col turismo estero, il Covid ha spezzato le gambe. Senza lavoro da marzo e con le prenotazioni cancellate, per ora, per almeno tutta la prima metà del 2021. Il mio lavoro mi manca, sento un enorme vuoto, una profonda impotenza ad agire. Mi manca il non aver nessuno a cui raccontare la storia e gli aneddoti e guardare le facce dei turisti estasiati davanti al Colosseo o alla Fontana di Trevi, nella Cappella Sistina o davanti alla Pietà di Michelangelo in San Pietro. Mi manca persino quella leggera irritazione che provavo quando sotto il sole, la pioggia o il freddo, qualcuno mi richiedeva quello che avevo appena finito di spiegare! E, non ultimo, mi manca portare a casa uno stipendio. La pandemia va affrontata con estrema serietà, ma durante l’attesa di un vaccino per uscire da questa crisi mondiale non possiamo smettere di vivere e neppure di lavorare. Siamo il paese dove il turismo è il 13% del PIL nazionale con un indotto incredibile. Vorrei un atteggiamento più responsabile da quelli che si riempiono la bocca di parole sull’importanza del settore ma che poi, di fatto, fanno poco o nulla per aiutarlo. Dobbiamo adattarci ad un nuovo stile di vita e garantire la sicurezza sia a noi che a chi verrà nel nostro paese. Solo con un contributo di programmazione serio e duraturo potrà ripartire il settore.
Antonella Merletto