Applicando questa “clausola di salvaguardia” il numero di ospiti in città dovrebbe scendere a un terzo di quelli attuali con una redistribuzione sugli altri Comuni della provincia
Angela Motta, Consigliere regionale candidata alla carica di Sindaco per il centro sinistra annuncia che “è diventata operativa la direttiva del Ministero degli Interni che consente ai Comuni di limitare il numero di profughi ospitati sul proprio territorio a tre ogni mille abitanti. Asti è molto al di sopra di questi numeri – ha spiegato Motta – e quindi il Comune deve immediatamente chiedere alla Prefettura che si blocchino nuovi arrivi in Città e si cominci a ridurre il numero degli ospiti presenti, fino a che non si raggiungerà questa percentuale. Il momento per formulare la richiesta è quello giusto, perché proprio in questi giorni sono in corso le procedure della gara di appalto attivata dalla Prefettura per individuare i nuovi gestori e quindi, d’ora in poi, si dovrà tenere conto di questa nuova normativa”.
Il Consigliere fa riferimento a una direttiva conseguente all’accordo raggiunto lo scorso ottobre tra l’Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia) e il Ministero dell’interno, in base al quale i comuni virtuosi che, come Asti, hanno attivato dei progetti volontari di accoglienza (i cosiddetti Spraar) possono chiedere che le Prefetture limitino la concentrazione sullo stesso territorio dei centri di accoglienza di emergenza (i cosiddetti CAS). Il punto di equilibrio concordato tra l’ANCI e il Ministero è di tre richiedenti asilo ogni mille abitanti.
Applicando questa “clausola di salvaguardia” il numero di ospiti in città dovrebbe scendere a un terzo di quelli attuali con una redistribuzione sugli altri Comuni della provincia che fino ad oggi non stanno accogliendo nessuno. Poiché ad Asti Città la percentuale è attualmente molto superiore ed è attivo il progetto di accoglienza volontaria realizzato dal Comune, l’Amministrazione può invocare la cosiddetta “clausola di salvaguardia”.
“Ovviamente – ha aggiunto Angela Motta – non si può pretendere che questo risultato si verifichi dall’oggi al domani e la Città di Asti non vuole certo smentire la propria vocazione all’accoglienza, né creare difficoltà alla Prefettura o ai comuni vicini, tuttavia occorre iniziare questo processo”.
Alcune voci, poi rivelatesi sostanzialmente infondate, hanno diffuso la notizia che fosse imminente l’apertura di un nuovo centro di accoglienza di profughi a Sessant, dove esistono già due strutture di questo genere. “Mi sono informata – ha aggiunto – e ho ricevuto rassicurazioni sul fatto che per il momento non è fondata questa notizia, ma le preoccupazioni dei cittadini confermano che è necessario intervenire subito. Asti deve mantenere la propria tradizione di accoglienza e lo può fare ancora meglio se si seguono le buone prassi messe a punto che evitano la formazione di ghetti e concentrazioni eccessive”.
La presa di posizione non deve intendersi in polemica né con il Comune di Asti, né con la Prefettura. “Anzi, Asti – conclude Motta – viene portata a modello proprio perché ha saputo attuare l’accoglienza diffusa e ora deve difendere questo modello dal fatto che, comprensibilmente, alcuni soggetti gestori che partecipano ai bandi hanno interesse a proporre strutture di grandi dimensioni concentrate nel capoluogo”.